CELEBRI VIGNOLESI

Indice dei nomi



AMLETO DEGLI ESPOSTI

(1889-1923)




PROFILO BIOGRAFICO



AMLETO DEGLI ESPOSTI, ufficiale dell’Esercito – e poi dell’Aeronautica Militare – del Regno d’Italia, eroico aviatore durante la Prima Guerra Mondiale e valente istruttore di volo, nacque a Vignola l’11 dicembre 1889.
Figlio di Angelo e Marianna Dallai, il nostro personaggio prestò giuramento di fedeltà al Regno d’Italia l’8 agosto 1908 a Padova. Il 10 maggio dell’anno seguente, soldato di leva, egli fu lasciato in congedo illimitato, per poi essere chiamato alle armi sei mesi più tardi (20 novembre) ed entrare pochi giorni dopo nel 92° Reggimento Fanteria (1° dicembre).
Il 30 giugno 1910 il Vignolese venne promosso caporale, e il 1° settembre 1911 sergente, con la ferma di tre anni. Nel 1912 decise di diventare pilota dell’Esercito: non esistendo ancora in Italia ufficialmente un’Aviazione Militare (che fu elevata a forza armata autonoma come Regia Aeronautica solo il 28 marzo 1923) e venendo testate tutte le nuove tecnologie belliche dalla Sezione Specialisti del Genio, egli chiese il trasferimento al Battaglione Specialisti del Genio e lo ottenne il 16 maggio. Il 1° luglio, poi, entrò nel Battaglione Aviatori, ma il 20 novembre tornò nel Battaglione Specialisti del Genio.
L’8 agosto 1914, pertanto alcune settimane dopo l’ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, il nostro personaggio fu chiamato alle armi. Nei mesi successivi, proseguita la carriera di sottufficiale, egli venne promosso sergente maggiore (10 novembre) e ammesso al Corso di Pilota Aviatore Militare (17 novembre).
Nel 1915 Degli Esposti acquisì il brevetto pilota di prima e di seconda classe, entrando in servizio al Deposito dell’Aeronautica e svolgendo, dal 1° settembre, l’ufficio di istruttore principe alla Scuola di Volo della Malpensa (nel Varesotto): apparentemente senza risentire della fatica fisica e psicologica, egli seguiva anche sedici allievi al giorno, in un periodo in cui le esigenze belliche imponevano l’addestramento del maggior numero di piloti possibile in un lasso di tempo ragionevole. Intanto, però, il Vignolese insisteva per essere inviato al fronte come pilota volontario combattente.
Nel 1916 Degli Esposti si sposò con Caterina Pelosi (1896-1966) e a dicembre, dopo avere istruito e portato al brevetto più di trecento piloti, venne esaudito nel suo desiderio di partecipare direttamente al conflitto bellico. Giunse al fronte il 16 gennaio 1917 e fu inquadrato nell’80a Squadriglia Aerea. Il 10 agosto dello stesso anno, il Vignolese abbatté un Albatros nemico: si trattò del primo scontro individuale a vederlo protagonista, con la sua prima vittoria accreditata. In seguito, Degli Esposti mise a segno altre due vittorie certificate: un Brandeburg nel cielo di Flondar (Carso), quando egli, di ritorno da Trieste su cui aveva gettato manifestini di propaganda, abbatté un aereo austriaco di una compagine di cinque che stavano martellando dall’alto le linee italiane; un idrovolante K, che nei giorni immediatamente successivi a Caporetto stava sorvolando gli hangar appena abbandonati dagli Italiani sul Lago di Doberdò (nel Goriziano). Soprattutto la sua seconda vittoria individuale gli fece ottenere la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
In questo periodo, comunque, non si contarono le vittorie che il Vignolese conseguì in scontri collettivi (l’assegnazione della vittoria, in quei casi, andava alla squadriglia). Il 5 dicembre 1917, inoltre, Degli Esposti ebbe un ruolo non secondario in un memorabile episodio bellico: egli, infatti, fece parte della squadriglia di tre caccia (gli altri due erano pilotati da Ernesto Cabruna [1889-1960] e Francesco Carabelli) che doveva scortare un caccia biplano Nieuport Ni 11, armato sulle ali con dodici tubi lanciarazzi incendiari e pilotato da Giannino Ancillotto (1896-1924), abile e temerario “asso” dell’Aviazione Italiana al quale era stata affidata la missione di distruggere un Drachen (allora spesso impropriamente detto, nel Bel Paese, Draken) austroungarico, cioè un pallone aerostatico frenato con compiti direzionali per i tiri di artiglieria, che da tempo si alzava nei cieli di Rustignè (oggi frazione del comune trevigiano di Oderzo) per martellare le nostre linee difensive del Piave. Il primo tentativo di colpire quel Drachen fallì, perché esso venne fatto atterrare, tramite le funi che lo tenevano ancorato al suolo, dietro le linee difensive nemiche. Mentre i tre caccia si allontanarono, l’intrepido Ancillotto, volando a bassissima quota, rimase nei pressi delle linee austroungariche, in attesa che il pallone frenato fosse fatto risalire. Ciò effettivamente avvenne, poiché i nemici non si erano accorti della presenza del Nieuport Ni 11, che fu lanciato a tutto motore contro il Drachen. Ancillotto gli scaricò contro i razzi del suo velivolo e l’aerostato esplose, incendiando l’idrogeno di cui si serviva per innalzarsi in volo; l’aviatore passò attraverso l’enorme palla di fuoco pur potendo evitarla. Nel frattempo, i tre caccia di scorta stavano ingaggiando un aspro duello con due Albatros; alla fine, abbattutone uno e costretto l’altro alla fuga, i velivoli italiani riuscirono a proteggere l’atterraggio di fortuna del Nieuport Ni 11 al campo di aviazione di Marcon (nel Veneziano). La stampa e la popolazione del Bel Paese considerarono questa spericolata acrobazia un sublime gesto eroico di sacrificio, e l’impresa entrò nella leggenda, così come i nomi dei quattro piloti, anche se fu solo Ancillotto a ottenere una decorazione (la Medaglia d’Oro al Valor Militare).
Nel frattempo, Degli Esposti era stato nominato aspirante ufficiale di complemento nell’Arma del Genio (11 settembre 1917) e, da lì a poche settimane, era stato assegnato al Battaglione Squadriglie Aviatori (21 ottobre). In seguito, il 21 febbraio 1918, come sottotenente in servizio permanente nell’Arma del Genio, il Vignolese entrò nel 1° Reggimento Genio Comandato al Battaglione Squadriglie Aviatori. Il 17 novembre del medesimo anno, egli venne promosso tenente.
Terminata la Prima Guerra Mondiale, Degli Esposti, decorato non solo della Medaglia d’Argento ma anche della Medaglia di Bronzo al Valor Militare, rimase militarizzato pur avendo una famiglia: dal 3 settembre 1919 al 31 ottobre 1920 prestò servizio nella Zona di Armistizio all’interno della 78a Quadriglia degli Aeroplani da Caccia. Le sue condizioni di salute, nel frattempo, stavano peggiorando per frequenti attacchi malarici. Il 17 aprile 1921 egli venne assegnato al 1° Raggruppamento degli Aeroplani da Caccia e fu a capo del Corso Istruttori nel campo di aviazione di Ghedi (nel Bresciano). Prossimo a essere fiaccato dalla malaria, nell’estate del 1923 Degli Esposti chiese e ottenne di potersi avvicinare alla famiglia; fu ricoverato nell’Ospedale Militare di Vignola (in Piazza Carducci) e vi morì quasi subito, il 27 agosto. Esattamente due anni dopo, grazie a una raccolta di fondi alla quale partecipò anche il Comune di Vignola (che, con ogni probabilità, offrì pure il terreno sepolcrale), venne inaugurato il monumento funebre del nostro personaggio sul lato destro del viale d’ingresso del camposanto cittadino. Nel settembre 2008 questo monumento funebre è stato profanato con il furto dell’aereo che lo sormontava; il 12 dicembre 2009, per volere della famiglia, è stato posizionato un nuovo aereo di bronzo, riproduzione di quello sottratto realizzata dall’artista e docente bolognese Augusto Giuffredi (n. 1952). Accanto ad Amleto Degli Esposti, nella tomba, riposano la moglie e il figlio Aristide (1920-1986), nato a Bologna e vissuto quasi sempre lontano da Vignola. Questi fu un valentissimo pilota dell’Aeronautica Militare, in tempo di guerra come in tempo di pace, specializzato soprattutto nella conduzione di elicotteri, e in servizio tanto in Italia quanto all’estero, anche in caso di gravi calamità; ricevette numerose decorazioni e riconoscimenti civili e militari, compresi il Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (1965) e la Croce al Merito di Guerra (1974), e fu congedato con il grado di generale d’Aeronautica (1974).
A Vignola è presente una via intitolata ad Amleto Degli Esposti.




BIBLIOGRAFIA MINIMA DI RIFERIMENTO


BAZZANI, Massimo - CAVAZZONI, Carlo Alberto - GRANDI, Giampaolo - SANDONI, Gianluca: Amleto e Aristide Degli Esposti eroici aviatori, vignolesi, Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna - Mario Menabue”, Savignano sul Panaro (MO), Tipolitografia F.G., 2010.




IMMAGINI


Fotografia che ritrae Degli Esposti in divisa da sottotenente degli Specialisti del Genio (1918).
Fonte: Massimo Bazzani - Carlo Alberto Cavazzoni - Giampaolo Grandi - Gianluca Sandoni,
Amleto e Aristide Degli Esposti eroici aviatori, vignolesi,
Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna - Mario Menabue”,
Savignano sul Panaro (MO), Tipolitografia F.G., 2010, p. 62; dall’Archivio Famiglia Degli Esposti.


Fotografia che ritrae Degli Esposti con altri piloti e mitraglieri della Squadriglia Aerei da caccia (1917).
Fonte: Massimo Bazzani - Carlo Alberto Cavazzoni - Giampaolo Grandi - Gianluca Sandoni,
Amleto e Aristide Degli Esposti eroici aviatori, vignolesi, cit., p. 70; dall’Archivio Famiglia Degli Esposti.


Fotografia che ritrae Amleto Degli Esposti e il figlioletto Aristide nella loro casa di Bologna (1922 o 1923).
Fonte: Massimo Bazzani - Carlo Alberto Cavazzoni - Giampaolo Grandi - Gianluca Sandoni,
Amleto e Aristide Degli Esposti eroici aviatori, vignolesi, cit., p. 6
(in formato ridotto, anche p. 74); dall’Archivio Famiglia Degli Esposti.



Medagliere del nostro personaggio.
Fonte: Massimo Bazzani - Carlo Alberto Cavazzoni - Giampaolo Grandi - Gianluca Sandoni,
Amleto e Aristide Degli Esposti eroici aviatori, vignolesi, cit., p. 59
(fotografia di Enzo Venturelli); dall’Archivio Famiglia Degli Esposti.




Fotografia recente del monumento funebre di Amleto Degli Esposti nel cimitero di Vignola.




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