CASIMIRO BETTELLI, sacerdote, insegnante, poeta, scrittore, saggista, giornalista e collezionista d’arte, nacque a Campiglio di Vignola il 12 giugno 1924.
I genitori del nostro personaggio si chiamavano Fortunato (1886-1981) e Agostina Stagnoli. Il padre, campigliese, era partito da solo per gli Stati Uniti nel 1900, quando aveva appena quattordici anni; per circa due lustri, egli aveva lavorato a Filadelfia con i fratelli Oreste e Ada, e poi era tornato in patria allo scopo di aiutare il proprio genitore, che aveva una piccola azienda. Fortunato, inoltre, era stato eletto consigliere comunale a Vignola nel 1920.
Casimiro Bettelli trascorse i primi anni di vita in una porzione dell’antica casa “Garavina di sopra” (situata a poca distanza dal cimitero di Campiglio) e riconobbe presto la propria vocazione religiosa. Dopo avere studiato presso i Seminari di Fiumalbo e di Modena (1940-1947) ed essere stato ordinato sacerdote (1948), il nostro personaggio – che dagli intimi cominciava a venir detto, con accorciamento ipocoristico, don Miro – fu cappellano in principio a San Vito di Spilamberto, quindi a Fanano e infine a Guiglia; nel 1959 si trasferì a Modena, dove passò il resto della vita.
Poco più che trentenne, il Vignolese iniziò a farsi conoscere come giornalista in campo religioso, come poeta e come conoscitore d’arte. Nel primo di questi ambiti, fra l’altro, egli contribuì a creare il settimanale diocesano modenese «Nostro Tempo» (1957), del quale fu a lungo redattore e assiduo collaboratore; nel fondare quella pubblicazione, e poi nel mantenerla in vita, lo affiancò il coetaneo e amico don Antonino Leonelli (1924-2015), nato a Modena da una famiglia originaria della comunità di Tavernelle e Campiglio, nonché cugino di Augusta Redorici Roffi (1922-2010), il quale diventò ben presto una delle punte di diamante del mondo ecclesiastico modenese e, settantenne, ricevette la nomina a monsignore.
Per ciò che concerne la poesia, altro suo ambito d’interesse, don Bettelli cominciò in età giovanile a stampare versi in riviste specializzate e in opuscoli, testi che da subito non lasciarono indifferenti né i lettori comuni né i critici di professione per l’intensità del canto lirico, per i toccanti ricordi d’infanzia (un periodo vissuto nelle terre di Campiglio e Tavernelle) e per i non occasionali richiami strazianti agli orrori del periodo bellico da poco terminato. Tra le raccolte e i componimenti più significativi della prima maturità del Vignolese, ci limitiamo a segnalare: Di giorno e di notte (Bergamo, Badalamenti, 1951); Cori del mattino e della sera (Torino, Momenti, 1952); Piccolo salterio (Catania, Camene, 1952); Per una lampada (Alcamo [TP], Accademia di studi «Cielo d’Alcamo», 1956); Le ore della Vergine (Padova, Rebellato, 1958); Pietre del Mattutino (all’interno dell’antologia Nuovi Poeti curata da Ugo Fasolo, Firenze, Vallecchi, 1958); Lettere alla madre (Padova, Amicucci, 1960). In questa fase, don Bettelli fu autore anche del corposo repertorio Il secondo ’900. Panorama di poeti dell’ultima generazione (Padova, Amicucci, 1957), e a lui vennero assegnati sia il Premio Cammino, per Piccolo salterio, sia il Premio Speciale Frignano (1959), per versi dedicati a quel territorio.
Quanto al suo terzo ambito di interesse, quello per l’arte, il sacerdote vignolese – soprattutto dopo aver fissato la propria dimora a Modena – fu un frequentatore assiduo di gallerie e mostre, strinse amicizia con artisti, studiosi e addetti del settore, e acquistò sul mercato opere contemporanee.
Alla fine degli anni Cinquanta, don Bettelli venne nominato assistente all’Istituto “Filippo Neri” di Modena e poi diventò rettore di Santa Maria della Pomposa, la stessa chiesa che aveva visto dal 1716 al 1733 come suo proposto Lodovico Antonio Muratori (1672-1750) e che definitivamente dal 1922 ne accoglie i resti mortali. Nella stessa città, il nostro personaggio insegnò a lungo Religione all’Istituto Tecnico Commerciale “Jacopo Barozzi”.
Dagli anni Sessanta alla morte, don Bettelli continuò a stampare liriche e ne raccolse numerose in alcuni volumetti, la cui circolazione gli consentì di aumentare ed estendere la propria fama. Tra le sue pubblicazioni poetiche della piena e della tarda maturità, spesso ancora caratterizzate da riferimenti a Vignola e al Secondo Conflitto Mondiale, bisogna menzionare almeno le seguenti: La guerra, la speranza (Lanciano [CH], Quadrivio, 1961); Per tutti la pietà (I ed., Modena, Cooptip, 1967; II ed., con sottotitolo Canzoniere ’45, Modena, Ed. «Lo Scoltenna», 1990); Le acque e le spine (Modena, Centro Studi OECE, 1984); Un mezzo diario d’estate. Liriche nuove con un saggio sull’opera poetica (Modena, Ed. Acc. «Lo Scoltenna», 1988); Due poemetti (in rivista, 1992 e 1993; in opuscolo, Modena, s.n., 1994); Ritiro, il mio porto. 1950-1956 (Padova, Biblioteca Cominiana, 1996). Vari furono i riconoscimenti locali e nazionali ricevuti in questa fase dal nostro conterraneo: ad esempio, la Medaglia d’Oro del presidente del Senato (1961), per versi sul Risorgimento italiano; la Medaglia d’Oro dell’Accademia «Lo Scoltenna» (1982), per l’intera opera poetica; il Premio Camposampiero (1986), per Le acque e le spine. Nel frattempo, sue liriche vennero inserite in alcune antologie letterarie e poetiche.
Dagli anni Sessanta in poi, il sacerdote vignolese seguitò a pubblicare in diverse sedi articoli di tema religioso e condusse una fortunata attività di saggista nel campo dell’arte. La notevole attenzione per quest’ultimo gli permise di conoscere e frequentare innumerevoli artisti, critici e galleristi italiani, e lo spinse a recarsi all’estero con lo scopo di approfondire le proprie conoscenze e accrescere la propria collezione. Il nostro personaggio scrisse su artisti come Giorgio Corradini (n. 1934), Sandro Luporini (n. 1930), Walter Mac Mazzieri (1947-1998), Cesare Soli (1926-2010), Mario Venturelli (1925-1999), Rino Zapparoli (n. 1938) ecc.
Diverse furono le opere in prosa di altra natura mandate alle stampe da don Bettelli nella piena e nella tarda maturità. Fra queste pubblicazioni, ne spiccano particolarmente tre: Piccole memorie nuovajorkesi [sic] (in quattordici puntate accolte da «Nostro Tempo» nel 1964, riproposte in un volumetto intitolato Un viaggio a New York [Modena, Edizioni Ager, 1991]), resoconto autobiografico di un soggiorno che l’Autore fece negli Stati Uniti nel 1964 in compagnia di una comitiva di insegnanti di Scuola Media Superiore (nella circostanza, fra l’altro, l’Autore poté incontrare tre membri del ramo paterno della propria famiglia, vale a dire i figli John e Ines del defunto zio Oreste, residenti nella Grande Mela, e la zia Ada, che il nipote andò a trovare nella sua abitazione di Atlantic City); Piccola storia di S. Geminiano (I ed., Modena, Edizioni Nostro Tempo, 1983; II ed., Modena, Galleria Incontro Dehoniana, 1990); I preti uccisi (Modena, TEIC, 1985), inerente ai sacerdoti modenesi ammazzati alla metà degli anni Quaranta (prima e dopo il Venticinque Aprile).
Don Bettelli rimase sempre legatissimo a Vignola e fu in rapporti d’amicizia con alcuni dei suoi abitanti; assai stretto, fra l’altro, risultò il suo legame con la già citata signora Redorici Roffi. Egli tornò sovente ad abbracciare la comunità di Campiglio e Tavernelle, della quale il padre fece parte sino alla morte.
Il nostro insigne conterraneo, malato da tempo, spirò nel policlinico della città d’adozione il 9 agosto 1998 e fu sepolto nel cimitero di Campiglio, dove riposa nella medesima tomba del genitore. Sulla lastra sepolcrale, tuttavia, risulta erroneamente indicato come giorno della scomparsa l’8 agosto 1998 e manca ogni riferimento a Fortunato.
Alla morte di don Bettelli, si scoprì che egli aveva acquistato nei decenni più di 800 pezzi tra litografie, dipinti, sculture, disegni e xilografie, e che aveva avuto e custodito un ragguardevole carteggio con numerosi letterati, artisti e galleristi, anche di primissimo piano. La sua intera collezione, il suo intero archivio privato e la sua intera biblioteca furono trasmessi per legato all’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Una consistente porzione della raccolta d’arte risulta dal 1999 affidata, in comodato gratuito, alla Galleria Civica di Modena. Finora sono state due le principali occasioni pubbliche per visionare selezioni di opere inedite che fanno parte della collezione del sacerdote vignolese: la mostra organizzata nella Palazzina dei Giardini della città geminiana, all’epoca una delle due sedi della locale Galleria Civica, poco più di un anno dopo la scomparsa del nostro personaggio (11 dicembre 1999 - 31 gennaio 2000); l’esposizione allestita nelle sale superiori del Palazzo Santa Margherita di Modena, al tempo l’altra sede della Galleria Civica, dal 6 novembre 2009 al 31 gennaio 2010 (la chiusura era stata inizialmente prevista per il 10 gennaio 2010, ma il gran successo di visitatori ha consigliato di aggiungere tre settimane al periodo di apertura). Meritano la segnalazione i due rispettivi Cataloghi: La collezione Don Casimiro Bettelli. Grafica del XX secolo, a cura di Walter Guadagnini e Claudia Zanfi, Modena, Galleria Civica, 1999; La collezione Don Casimiro Bettelli. Opere inedite da Fontana a Schifano, a cura di Silvia Ferrari, testi di Serena Goldoni e Gabriella Roganti, Modena, Galleria Civica, 2009. Più di recente, poi, si è tenuta, presso il portico abbaziale del Museo benedettino di Nonantola, la mostra Selah! per sempre (22 settembre - 13 ottobre 2019), costituita di 25 opere (tra dipinti, sculture, litografie e disegni) che fanno parte della raccolta del nostro personaggio. Singole opere provenienti da quest’ultima, infine, sono state date alcune volte in prestito per essere esposte in mostre temporanee allestite in Italia.
Fonte: Augusta Redorici Roffi, Le Chiese di Campiglio. Memoria,
Vignola, Libreria “dei Contrari”, 2000, p. 124.
che costituì la dimora campigliese di don Bettelli. Negli ultimi decenni, l’edificio ha subìto sensibili interventi
di ristrutturazione che ne hanno in buona parte alterato la precedente fisionomia.
nel quale don Bettelli abitò a lungo durante il periodo modenese.
(I ed. dell’opera). Fonte: google.com
questa raccolta di poesie è arricchita da cinque disegni di Gian Marco Montesano (n. 1949).
L’esemplare del libro da noi fotografato proviene dalla Biblioteca Comunale “Francesco Selmi” di Vignola.
L’esemplare del libro da noi fotografato proviene dalla Biblioteca Comunale “Francesco Selmi” di Vignola.
Catalogo della Mostra (Modena, Palazzina dei Giardini, 11 dicembre 1999 - 31 gennaio 2000), Modena, Galleria Civica, 1999.