Di GIACOMO – detto Jacopo – CANTELLI, geografo, cartografo e bibliotecario, sono purtroppo a disposizione dati biografici che risultano spesso lacunosi, ipotetici, contraddittori e cronologicamente molto approssimativi, quindi le notizie seguenti giocoforza non potranno che risentire, in termini di precisione e inoppugnabilità, dell’insufficienza della documentazione a oggi conosciuta.
Il nostro personaggio fu battezzato a Monteorsello (oggi Monteorsello di Guiglia) il 22 febbraio 1643 come Giacomo, non come Jacopo, un toscanismo che – già lui vivente – gli venne peraltro non di rado attribuito. All’epoca, quel borgo della collina modenese apparteneva al Marchesato di Vignola, retto dalla famiglia Boncompagni (dal 1681, Boncompagni Ludovisi), e ciò lo spinse ad aggiungere di frequente ai propri nome e cognome espressioni quali «Vignolese», «da Vignola» o «Vineolensis» (non va comunque dimenticato che è molto probabile che, a partire dal 1650, egli abbia abitato per oltre un decennio nel borgo di Vignola). La famiglia Cantelli risultava verosimilmente originaria della stessa Monteorsello e aveva portato, fino a poco tempo addietro, il cognome Betti.
Figlio del capitano Francesco e di Domenica Scorzoni, il nostro personaggio aveva cinque fratelli (Francesco Antonio, Nicolò, Pellegrino, Raimondo Felice [morto neonato] e Felice Raimondo) e una sorella (Francesca). Cantelli studiò nella pontificia Bologna (1663-1669) ed è possibile abbia tratto giovamento dalla protezione di colui che, dal 1651, stava occupando la cattedra episcopale petroniana, ossia Girolamo Boncompagni (1622-1684). Dopo essere stato forse segretario (a Ferrara e in Veneto?) del marchese Pio Enea II Obizzi (1592-1674) e poi avere molto probabilmente soggiornato a Venezia e a Parigi, il nostro personaggio tornò a Bologna per prestare servizio alle dipendenze del conte Rinieri Marescotti (1640-1690), mostrando – allo stesso tempo – un crescente interesse per la geografia; in quella città, egli visse per lunghi periodi fino alla metà del nono decennio del secolo e frequentò numerosi insigni uomini di cultura, fra i quali va ricordato almeno l’illustre Marcello Malpighi (1628-1694).
Certa fu la presenza di Cantelli a Roma, dove egli realizzò due globi (dei quali non sappiamo null’altro), lussuosi oggetti decorativi allora di moda e che solitamente venivano prodotti in coppia per raffigurare la superficie terrestre e la volta celeste. Non è tuttavia noto quando e quanto a lungo il Modenese vi abbia dimorato: forse si trovava nella Città Eterna nel 1679, anno nel quale iniziarono a uscire alcune sue splendide carte geografiche presso lo stampatore capitolino Giovanni Giacomo de Rossi (1627-1691), la cui ditta Alla Pace era in quel periodo impegnata nella pubblicazione del Mercurio Geografico, ponderosa e importantissima raccolta di carte geografiche. Furono in special modo queste tavole firmate dal nostro personaggio a procurargli fama internazionale.
Il 3 novembre 1680, a Bologna, Cantelli sposò Irene Costa, figlia del capitano Francesco, cittadino felsineo. I coniugi ebbero, negli anni successivi, cinque figli (Francesco Pio, Filippo Vittore, Felice Candido Pellegrino, Ferdinando Giuseppe e Maria).
In quel torno di tempo, il Modenese potrebbe avere accettato dal pontefice Innocenzo XI (Benedetto Odescalchi [1611-1689], sul soglio di Pietro dal 1676), l’offerta di stabilirsi a Roma per prestare servizio (c’è chi ritiene dietro alta rimunerazione) presso la Sede Apostolica. Dal canto suo, il ministro Jean-Baptiste Colbert (1619-1683), a nome del re di Francia Luigi XIV (1638-1715, monarca dal 1643, ma incoronato solo undici anni dopo), avrebbe invitato invano il cartografo di Monteorsello a trasferirsi presso quella Corte.
Nel 1685 il sovrano “naturale” di Cantelli, Francesco II (1660-1694, al potere nominalmente dal 1664 ed effettivamente da nove anni dopo), gli offrì la carica di geografo ducale ed egli accettò la proposta, fissando la propria dimora nella metropoli estense. Nel 1689 (o poco prima) il nostro personaggio cominciò a esercitare le funzioni di bibliotecario di Corte e subito lo si vide impegnato nel riordino e nella riorganizzazione della «Ducal Libraria», sforzi di cui molto presto trasse profitto Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-1716), che, alla ricerca di documenti atti a comprovare la comune origine della casata guelfa di Brunswick-Lüneburg e della casata d’Este, soggiornò a Modena negli ultimi mesi del 1689. Per Francesco II, poi, Cantelli costruì due globi (1689), che vennero collocati nell’atrio della «Ducal Libraria», ma dei quali non abbiamo più notizie dopo il 1839.
Gli incarichi svolti dal nostro personaggio presso la Corte estense gli consentirono di frequentare i più insigni dotti presenti a Modena in quel periodo, tra cui spiccavano Benedetto Bacchini (1651-1721), Bernardino Ramazzini (1633-1714), Giovan Battista Boccabadati (1635-1696) e Gaetano Fontana (1645-1719). Fu in buoni rapporti anche con quattro importanti Vignolesi: Pietro Ercole Belloi (1634-1702) e il figlio Domenico (1660-1712), i quali – oltretutto – avevano nella zona delle Basse di Vignola terreni a livello confinanti con terreni a livello di Cantelli, e i giovani Pietro Antonio Bernardoni (1672-1714) e Lodovico Antonio Muratori (1672-1750). Con quest’ultimo, ebbe pure un carteggio (le poche lettere superstiti sono concentrate nel periodo che va dall’autunno 1694 all’autunno 1695).
Il Nostro fu sempre molto legato al fratello Nicolò. Questi, che era stato battezzato a Monteorsello l’11 maggio 1648 e ordinato sacerdote il 24 settembre 1673 a Modena, coltivava i suoi medesimi interessi. Il Cantelli meno famoso, ad esempio, svolse missioni (almeno nel periodo 1690-1693) per conto del duca Francesco II allo scopo di compiere rilevamenti nella porzione più meridionale del territorio estense utili alla preparazione di una specifica corografia a cura del già menzionato Gaetano Fontana (se ne conserva una versione rimasta inconclusa non prima del 1694, a inchiostro e matita su carta con confini ad acquarelli policromi, dal titolo La Parte Montvosa dello Stato del Sig.r Dvca di Modena con qvalche aggiunta oltre ai confini particolari verso la Lvnigiana, Archivio di Stato di Modena, Mappe in telaio, Pannello E; quest’opera si deve probabilmente collegare alla progettata realizzazione della carta del Ducato di Modena alla quale stiamo per fare riferimento). Ma non solo: è di don Nicolò la carta del Regno d’Aragona pubblicata nel 1696 all’interno del Mercurio Geografico da Domenico de Rossi (1659-1730), successore del padre Giovanni Giacomo alla guida della Stamperia Alla Pace.
Pur seguitando a impegnarsi nella costruzione di carte e pur avendo accettato l’incarico (conferitogli da Francesco II) di approntarne una nuova raffigurante i domìni ducali, Giacomo Cantelli trovò il tempo per stendere la prefazione in latino (dedicata all’amico Malpighi) di un’opera, anch’essa composta in latino, di Bacchini (Anonymi dialogi tres […], 1692), e per far uscire nell’annata 1693 del «Giornale de Letterati», rivista diretta a Modena dallo stesso Bacchini, gli unici scritti di carattere geografico che egli mandò alle stampe (Uoyage en divers estats d’Europe […] e Osservation phisiques, et matematiques […]).
Mentre nella metropoli ducale stava ancora attendendo alla preparazione di una carta dei territori estensi, il nostro personaggio fu colpito da una malattia che in breve tempo, il 30 novembre 1695, lo condusse alla morte. Pianto dai familiari, dagli amici e dai corrispondenti epistolari sparsi in varie città italiane e a Parigi, egli venne sepolto nella chiesa abbaziale di San Pietro Apostolo, a Modena. La vedova e i figli si trasferirono ben presto a Vignola, sotto la cura di don Nicolò.
Piuttosto celebri, nel campo delle lettere, diventarono due dei discendenti del Nostro, a quanto se ne sa – tuttavia – entrambi privi di legami con Vignola: Veronica Cantelli (1713-1798), che era verosimilmente una pronipote del cartografo, e un figlio di una sorella di lei (di nome Silvia), Luigi Cerretti (1738-1808), amico fraterno e sodale di Agostino Paradisi il Giovane (1736-1783).
Oggigiorno a Vignola risultano intitolati a Cantelli una strada e un teatro. All’interno della Biblioteca Comunale “Francesco Selmi” della cittadina, è custodito il prezioso Fondo cartografico Giacomo Cantelli.
BONAZZI, Alessandra - DAMERI, Debora - FARINELLI, Franco - LODOVISI, Achille - TORRESANI, Stefano (a cura di): Giacomo Cantelli. Geografo del Serenissimo, Catalogo della Mostra (Vignola [MO], rocca, 18 novembre 1995 - 31 gennaio 1996), Bologna, Grafis, 1995.
Questo volume contiene i seguenti materiali scientifici: Franco Farinelli, Introduzione, p. 13; Biblioteca Comunale “F. Selmi” di Vignola (a cura della), Giacomo Cantelli: cenni biografici, pp. 15-20; la sezione Le origini e il contesto (Marco Cattini, Fra Cabrei e Estimi, aspetti del paesaggio agrario vignolese nel Sei e Settecento, pp. 23-26; Franco Farinelli, La traccia italiana e la mano emiliana: intorno all’arte geografica di Giacomo Cantelli, pp. 27-34); la sezione Il Mercurio Geografico e l’officina del Cantelli (Alessandra Bonazzi, Il Mercurio Geografico: il gioco e la differenza, pp. 37-43; illustrazioni, p. 44; Achille Lodovisi, L’Officina: ma chi di gratia è buono e bastante a questo?, pp. 45-61; Stefano Torresani, L’Officina: terre incerte ridotte in misura e rese in disegno, pp. 63-74); la sezione Catalogo (hanno collaborato alla stesura delle schede Jadranka Bentini, Alessandra Bonazzi, Marco Cattini, Marzio Dall’Acqua, Debora Dameri, Franco Farinelli, Achille Lodovisi, Stefano Torresani, Sergio Venturi; pp. 76-187); la sezione Appendice (illustrazione, p. 190; Lettere autografe di Giacomo Cantelli, a cura della Biblioteca Comunale “F. Selmi” di Vignola, pp. 191-197); la sezione Bibliografia essenziale su Giacomo Cantelli fin qui esistente (pp. 199-200).
FEDERZONI, Laura: Giacomo Cantelli: la formazione e l’attività di un cartografo del XVII secolo, «Bollettino della Società geografica italiana», vol. X (1993), fasc. 4, pp. 539-554.
GALLI, Antonio: Storia Antica e Moderna di Vignola. Sino all’anno 1806, progetto editoriale del Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna - Mario Menabue”, a cura di Massimo Bazzani, Savignano s.P. (MO), Tipolitografia F.G., 2007, pp. 166-168 (si tratta di un volume che racchiude la I edizione di una cronaca manoscritta stesa in buona parte fra il 1800 e il 1809, con piccole integrazioni fatte negli anni successivi; essendo poco nota agli studiosi almeno fino a questa sua recente pubblicazione a stampa, tale fonte viene da noi segnalata nella presente Bibliografia, unica eccezione cronologica all’interno di una lista di contributi la cui stesura risale agli ultimi decenni [degli altri studi più datati recano traccia note e bibliografie contenuti negli studi compresi nel nostro elenco])
PALAGIANO, Cosimo: Cantelli, Giacomo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XVIII, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1975, pp. 246-247.
Questa voce enciclopedica è disponibile anche nel sito web della Treccani, senza paginazione (ultimo accesso, 29 marzo 2023).
Fondo cartografico Giacomo Cantelli custodito presso la Biblioteca Comunale “Francesco Selmi” di Vignola (ultimo accesso, 8 novembre 2022).
Caterina Piotti Pìrola (1800-1842?), ritratto postumo di Giacomo Cantelli, incisione, a partire da un disegno antico fatto dal vivo. Fonte: Iconografia dei celebri vignolesi. Opera edita per cura di Francesco Selmi, Modena, A spese di Giuseppe Lupi librajo, 1839. Il piccolo libro in oggetto è una pubblicazione periodica di natura collettiva costituita di sette dispense singole (le quali presentano in alcuni casi note tipografiche parzialmente diverse da quelle che si trovano nel volumetto rilegato, ad esempio «Presso il libraio Giuseppe Luppi»; quest’ultimo, peraltro, risulta il nome corretto del libraio modenese), così intitolate: Jacopo Cantelli, Lodovico Antonio Muratori, Jacopo Barozzi da Vignola, Pietro Antonio Bernardoni, Agostino Paradisi, Giuseppe Soli, Veronica Cantelli Tagliazucchi. L’incisione della Piotti Pìrola apre la dispensa su Cantelli, il cui testo scritto è firmato in calce Nicolò Cesare Garoni.
Questa raccolta contiene parecchie carte di Cantelli. Quelle riportate qui sotto, uscirono tutte da tale stamperia.
Diuisa ne suoi Tredici Cantoni, et altre Iurisdittioni (1686), incisore ignoto. Fonte: google.com
(attivo nella seconda metà del XVII secolo e all’inizio del XVIII). Fonte: google.com
incisore Antonio Barbey (notizie dal 1689 al 1703).
Fonte: google.com