MARIO PELLEGRINI, alto ufficiale della Marina Militare del Regno d’Italia ed eroe di guerra, nacque a Vignola il 7 dicembre 1880.
I genitori del nostro personaggio furono Vincenzo ed Elisa Setti. Sia Vincenzo sia suo padre erano nati a Scandiano, nel Reggiano, e lì avevano proprietà e interessi. Vincenzo, che era stato anche assessore di quella cittadina, decise di trasferirvisi con la famiglia quando il piccolo Mario aveva appena un anno d’età.
Il Vignolese frequentò, dopo il Liceo “Muratori” di Modena, il corso della Regia Accademia Navale di Livorno (1899-1902) e, una volta conclusolo, venne nominato guardiamarina (1902). Negli anni successivi, egli fu promosso sottotenente (1906) e poi tenente di vascello (1911). Imbarcato rivestendo quest’ultimo grado sull’incrociatore corazzato Francesco Ferruccio, Pellegrini prese parte alla Guerra Italo-Turca (1911-1912) e collaborò sia alle operazioni d’appoggio alle compagnie da sbarco sulla spiaggia libica di Tobruch (22 dicembre 1911) sia ai bombardamenti compiuti sulle coste dell’Asia Minore; inoltre, la Francesco Ferruccio, unitamente alla nave gemella Giuseppe Garibaldi, affondò la cannoniera turca Avnillah al largo di Beirut (24 febbraio 1912).
Il 24 maggio 1915, poche ore dopo l’ingresso dell’Italia nel Primo Conflitto Mondiale (1915-1918), il nostro personaggio, in qualità di direttore di tiro dell’incrociatore protetto Libia, partecipò al combattimento navale contro una formazione austroungarica costituita di alcuni cacciatorpedinieri e dell’esploratore (altresì detto incrociatore leggero) Helgoland, intenta a bombardare Brindisi (nel 1920 la Helgoland fu consegnata all’Italia come riparazione dei danni di guerra e prese il nome di Brindisi; su di essa, venne poi imbarcato con il grado di capitano di vascello lo stesso Pellegrini, come si dirà oltre). Nelle fasi successive del conflitto, il Vignolese prestò servizio, in qualità di ufficiale in seconda, sul cacciatorpediniere Corazziere, sull’ariete torpediniere Puglia e sull’esploratore Cesare Rossarol. Nel gennaio 1917 egli ebbe il comando della torpediniera 11 P.N., con la quale nove mesi dopo eseguì significative missioni durante la fase di ripiegamento della Terza Armata dall’Isonzo, in occasione della dodicesima battaglia dell’Isonzo, prima della disfatta di Caporetto; per il suo comportamento, Pellegrini guadagnò la Croce di Guerra al Valor Militare. Alcune settimane più tardi, il 10 dicembre, il nostro personaggio partecipò con Luigi Rizzo (1887-1951) all’attacco nella rada di Trieste, culminato nell’affondamento della corazzata guardiacoste austroungarica Wien a opera di Rizzo; nella circostanza, il Vignolese venne insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Nell’aprile 1918 Pellegrini assunse il comando del Battaglione “Bafile” del Reggimento “San Marco”, operante sul Piave. Un mese dopo, promosso capitano di corvetta, egli si offrì volontario per compiere un’incursione nel sorvegliatissimo porto austroungarico di Pola, in Istria, di grande importanza nella guerra che stava sconvolgendo il Mar Adriatico: l’obiettivo era quello di attaccare a breve distanza con siluri le navi da battaglia lì ancorate. Allo scopo di aumentare le probabilità di superare le cinque ostruzioni nemiche presenti all’ingresso del porto, gli Italiani misero a punto uno speciale motoscafo che aveva ai lati due catene continue munite di ganci e ramponi azionate da pulegge; siffatti cingoli erano alimentati da un motore elettrico e permettevano al mezzo di aggrapparsi alla rete di sbarramento e di scavalcarla. Questo barchino saltatore, denominato Grillo, fu il mezzo che Pellegrini e il suo equipaggio – formato dei marinai Francesco Angelino (sottonocchiere), Giuseppe Corrias (fuochista) e Antonio Milani (secondo capo torpediniere) – utilizzarono per l’impresa. La missione iniziò nella serata del 13 maggio 1918: alcune unità della Regia Marina si diressero verso l’Istria e poi un MAS 95, guidato dal marinaio Gino Montipò, condusse davanti a Pola lo speciale motoscafo che nelle primissime ore del giorno successivo doveva provare a forzarne il porto. Gli Austroungarici individuarono l’imbarcazione italiana mentre essa stava superando la prima linea di sbarramento, e iniziò subito il fitto fuoco delle artiglierie della difesa foranea e delle navi in rada. Nonostante il pericolo, Pellegrini ordinò di proseguire e il Grillo riuscì ad avanzare ancora a lungo; giunto alla quarta ostruzione, però, l’attacco di una motovedetta austroungarica precluse ogni movimento al mezzo e il Vignolese si vide costretto ad autoaffondarlo con tutti i siluri a bordo. I quattro Italiani che erano stati sul barchino vennero raccolti in mare e fatti prigionieri; ad Angelino, rimasto ferito al capo, nonché al braccio e alla gamba sinistri, per un colpo di cannone di piccolo calibro, fu amputato l’avambraccio. Sebbene il Grillo non sia stato in grado di affondare navi nemiche, l’incursione guidata da Pellegrini dimostrò che il porto di Pola non poteva più ritenersi un luogo sicuro. Di quest’ardita impresa parlarono i giornali nazionali e stranieri, e la Camera dei Deputati rese omaggio al Vignolese e ai tre marinai italiani. Tutti e quattro gli uomini vennero successivamente insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Tornato in Patria a conflitto concluso dopo sei mesi e mezzo di prigionia (28 novembre 1918), Pellegrini fu promosso capitano di fregata per merito di guerra e assunse il comando dapprima di una squadriglia di cacciatorpediniere e in seguito dell’esploratore Premuda; da lì a poco, diventò comandante di Marina a Zara. Nel 1925 venne nominato capitano di vascello e, nel marzo dello stesso anno, rivestì il compito di capo di S.M. del Comando in Capo del Dipartimento R.M. di Taranto e poi di quello di La Spezia; in questo periodo, il Vignolese comandò le navi Cavour e Brindisi. In ausiliaria – su sua richiesta – dal dicembre 1928, egli fu poi promosso, in un primo momento, contrammiraglio di Divisione nella Riserva Navale (luglio 1932) e, in un secondo momento, ammiraglio di Divisione nella stessa (dicembre 1936).
Pellegrini morì a Modena il 2 aprile 1954.
Vignola gli ha intitolato la strada lungo la quale era collocata la sua casa natale (ora non più esistente): si tratta della via che mette in comunicazione diretta l’area della stazione dei treni e l’area dell’antico fossato secco che è a ridosso dell’ancora esistente sezione delle mura di cinta quattrocentesche del borgo (o castello, in origine «castelnuovo»).
Il 5 novembre 2022, nella Sala Consiliare del Comune di Vignola, ha avuto luogo un evento pubblico in ricordo di quest’illustre concittadino. Nel corso di tale incontro, si è proceduto allo scoprimento di una targa in onore e alla memoria di Pellegrini, targa che nei giorni successivi è stata affissa nella via che porta il suo nome.
E NOTIZIE SU COMUNICAZIONI ORALI VIGNOLESI
ANONIMO: Mario Pellegrini. Capitano di corvetta. Medaglia d’oro al Valor Militare, s.d. [ma non prima del 2018], senza paginazione (ultimo accesso, 31 marzo 2023).
ANONIMO: La Regia Nave Libia, s.d. [ma non prima del 2001], senza paginazione (ultimo accesso, 31 marzo 2023).
BARBIERI, Alberto: Mario Pellegrini, in Id., Modenesi da ricordare. Politici, diplomatici e militari, 2 voll., Modena, STEM Mucchi, 1973, vol. I, pp. 110-113, con bibliografia a p. 162.
CIMMINO, Antonio: Mario Pellegrini, 24 marzo 2020, senza paginazione (ultimo accesso, 31 marzo 2023).
Nello stesso portale La voce del marinaio, il presente testo è stato pubblicato più volte in seguito sotto titoli leggermente diversi.
GRANDI, Giuliano: Cronache della Comunità di Vignola – dall’Archivio dell’Amministrazione comunale –, 4 voll., progetto editoriale del Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna - Mario Menabue” da un’idea di Achille Lodovisi, voll. I-II, Savignano sul Panaro (MO), Tipolitografia F.G., 2013-2014, e voll. III-IV [nel IV, manca «– dall’Archivio dell’Amministrazione comunale –»], Vignola (MO), Multigrafica, 2019, vol. II (Regno d’Italia. 1900-1945), p. 67 e nota 54 (in questa nota, si rimanda in maniera ellittica a Massimo Bazzani, Ricordo di Mario Pellegrini, testo contenuto in un ormai rarissimo opuscolo d’occasione pubblicato in concomitanza con la XXVI Manifestazione Filatelica Vignolese [30 ottobre - 7 novembre 2004]. Nell’ambito di tale Manifestazione, a cura del Gruppo Filatelico “Città di Vignola” e del Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna - Mario Menabue”, sono stati esposti documenti su Pellegrini [a cura del suddetto Bazzani, di Paolo Vaccari ed Enzo Roli], e il 30 ottobre è stato presente un ufficio postale distaccato provvisto di annullo speciale illustrato [su bozzetto di Fulvio Mezzanotte] raffigurante Pellegrini).
MUCEDOLA, Andrea: Il barchino saltatore Grillo e l’azione di Pola, https://www.ocean4future.org/savetheocean/archives/80173, 16 gennaio 2023, senza paginazione (ultimo accesso, 31 marzo 2023).
MONTIPÒ, Marco: Lo “scandianese” Mario Pellegrini che dopo l’azione del 14 maggio 1918 diventò l’eroe di Pola, 14 maggio 2017, senza paginazione (ultimo accesso, 31 marzo 2023).
ID.: Scandiano e la Grande Guerra. Nel centenario della vittoria italiana nella Grande Guerra, un omaggio a quegli scandianesi che l’hanno vissuta e vinta, Modena, Edizioni di Terra e Identità, 2018, passim.
ID.: Gino Montipò. Il filibustiere del Quarnaro. La vita straordinaria di un modenese tra i “30 di Buccari” [così, nel frontespizio; nella prima di copertina, invece: Gino Montipò. Il “filibustiere del Carnaro”. La vita di un modenese tra i 30 della Beffa di Buccari], Udine, Gaspari, 2020, in particolare pp. 25 e 29-38 (alle pp. 30-37 è contenuta la relazione ufficiale che Pellegrini scrisse a proposito del tentato forzamento del porto di Pola). Vengono qui riportate anche alcune parti già contenute nel libro Scandiano e la Grande Guerra.
VENDRAMEL, Angelo: Fedeli alla bandiera, s.d. [2014?], pp. [10-11] (ultimo accesso, 31 marzo 2023).
Nell’ambito dell’evento culturale e commemorativo Mario Pellegrini, l’Ammiraglio di Vignola. Storia di una Medaglia d’Oro al Valor Militare, organizzato nella Sala Consiliare del Comune di Vignola la mattina del 5 novembre 2022, Michele FIORENTINO e Marco MONTIPÒ hanno tenuto relazioni, scambiandosi più volte la parola, destinate a contestualizzare e approfondire la figura dell’alto ufficiale ed eroe di guerra nostro concittadino. Questi interventi sono stati utilissimi; quelli di Montipò sono stati arricchiti dalla proiezione di immagini a tema.