CELEBRI VIGNOLESI

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GIOVANNI RODOLFI

(1828-1896)




PROFILO BIOGRAFICO



Sacerdote, bibliotecario, erudito e amministratore pubblico, GIOVANNI RODOLFI nacque a Vignola il 23 luglio 1828 e morì ivi il 28 novembre 1896. Egli fu una delle figure pubbliche di maggior rilievo in seno alla comunità del suo paese natale durante l’intero XIX secolo; al di fuori delle aree modenese e bolognese, tuttavia, egli non ebbe molta notorietà né durante la vita né dopo la scomparsa.
Mentre della madre del nostro personaggio, Margherita Vecchi, non si sa quasi nulla, del padre esistono più notizie: era il vignolese Carlo Antonio (di solito, ricordato semplicemente come Carlo) Rodolfi, un pittore di non eccelso valore che – fra l’altro – con ogni probabilità, nel quarto decennio del XIX secolo, fu attivo a Vignola negli ambienti interni della Villa – o Casino – Bellucci (poi, Tosi Bellucci; dal 1916, Residenza Municipale) come autore di alcune parti delle decorazioni parietali a pennello; la polizia austroestense sospettava che l’artista vantasse le medesime idee liberali del ricco proprietario dell’elegante dimora, Giambattista Bellucci (1781-1866).
Frequentato il Ginnasio del paese natale, Giovanni Rodolfi entrò nell’Ordine dei Cappuccini come Gian Felice da Vignola e vi studiò letteratura, filosofia e teologia. Dopo aver preso i voti solenni il 26 novembre 1848, egli fu destinato alla predicazione; tale attività gli venne tuttavia presto interdetta a causa dei sentimenti di vero e profondo patriottismo che trasparivano non di rado dalle sue parole. Con la legge che soppresse le Corporazioni religiose e che entrò in vigore il 7 luglio 1866, il nostro personaggio si vide costretto a deporre l’abito e a riprendere il nome di battesimo: ciononostante, rimase fedele al suo Ordine, osservandone la regola fondamentale, e vestì da prete.
Operosissimo, gioviale, arguto e franco, Rodolfi maturò un legame di profonda amicizia sia con Francesco Selmi (1817-1881) sia con Alessandro Plessi (1824-1907), non mancando di dimostrarsi loro zelante alleato in tutte le iniziative tese a migliorare la vita, l’istruzione e la consapevolezza storica degli abitanti di Vignola. Attivo in molteplici settori della vita pubblica del paese natale, egli svolse con encomiabili abnegazione e solerzia svariati incarichi pubblici, che peraltro non vennero quasi mai remunerati ad hoc. A partire dall’anno scolastico 1865/1866, il nostro personaggio insegnò per qualche tempo all’Istituto Ginnasio Comunale Libero. Tra il 1868 e il 1869, egli fu l’estensore dell’inventario della biblioteca dell’ex convento dei Cappuccini, patrimonio librario devoluto al Municipio con decreto del Guardasigilli (14 dicembre 1868). Nel 1871 don Rodolfi diventò il primo bibliotecario (vicedirettore de iure, ma direttore de facto, essendo statutariamente direttore il sindaco di Vignola pro tempore) della neonata Biblioteca Comunale, istituzione che allora aveva sede nella Sala dei Tronchi d’Albero della rocca e alla quale riservò le proprie cure per cinque lustri (ossia fino alla morte), anche trascrivendo cronache e memorie storiche inedite riguardanti il territorio del Modenese, facendo estratti dagli archivi presenti a Vignola, conducendo ricerche sulla storia della sua comunità e offrendo copia – nel 1885 e 1886 – di romanzi e racconti inediti di Selmi a partire dalle versioni consegnategli dalla vedova (la trascrizione di queste ultime opere e alcuni dei materiali a cui egli attese sono tuttora custoditi nel Fondo Storico della Biblioteca Comunale “Francesco Selmi” della cittadina). In qualità di segretario del Comitato direttivo delle celebrazioni dell’anniversario bisecolare della nascita di Lodovico Antonio Muratori (1672-1750), poi, il nostro personaggio si distinse come il principale organizzatore delle manifestazioni dedicate a Vignola nel 1872 a quell’illustre uomo di cultura (si conserva, nel Fondo Storico della Biblioteca Comunale “Francesco Selmi”, la sua cronaca manoscritta di tali festeggiamenti, vergata nello stesso anno: Storia del II° [sic] Centenario dalla nascita di Lodovico Antonio Muratori celebrato in Vignola sua Patria il 20. Ottobre 1872. Narrata da Don Giovanni Rodolfi Bibliotecario).
Il laborioso sacerdote fu anche responsabile della contabilità della costruzione del Ponte Muratori tra Vignola e Savignano sul Panaro (MO), impresa alla quale consacrò una cronaca con allegato resoconto delle spese avvenute dal 1873 al 1880 (rimase manoscritta sotto il titolo di Della Fabbrica del Ponte Muratori sul Panaro. Narrazione di don Giovanni Rodolfi Bibliotecario, ed è oggi custodita nel Fondo Storico della Biblioteca Comunale “Francesco Selmi” di Vignola). Nel 1874, inoltre, egli figurò come il cofondatore e il primo direttore della locale Cassa di Risparmio; cessò dalle sue funzioni nel 1883, ma di quella banca ricoprì subito dopo la carica di consigliere dal 1884 al 1890 (altro cofondatore dell’istituto di credito fu l’amico Plessi, che ne fu il primo presidente nel periodo 1874-1887).
Ma non solo. Don Rodolfi fu segretario, dalla sua creazione (1875), della Società di Storia Patria e d’Arti Belle, istituzione nel cui ambito si distinse come benemerito raccoglitore di cronache, documenti e ricordi (questo suo impegno s’intrecciava con quello, citato sopra, svolto in veste di bibliotecario; mentre una porzione dei materiali in oggetto purtroppo non risulta più rintracciabile, l’altra è tuttora custodita nella Biblioteca Comunale “Francesco Selmi”). Egli esercitò pure le cariche di consigliere e assessore comunale (1884-1889), di cassiere e consigliere dell’Asilo d’Infanzia (rispettivamente, 1878 e 1878-1893) e di osservatore presso il Gabinetto Meteorologico, sito sulla Torre Nonantolana, la più alta della rocca di Vignola (per diversi anni, nel nono e decimo decennio del secolo).
Inoltre, don Rodolfi promosse l’abbellimento la chiesa plebana (notevole, in special modo, risultò il suo impegno affinché ne fosse costruita la nuova facciata, che fu poi compiuta nel 1889 seguendo il progetto dell’ingegner Carlo Barberi [1827-1909]) e stese una delle settecento versioni nei dialetti italiani della Novella IX della Giornata I del Decameron pubblicate all’interno del volume I parlari italiani in Certaldo alla festa del V centenario di messer Giovanni Boccacci [sic]. Omaggio di Giovanni Papanti, In Livorno, Coi tipi di Francesco Vigo, 1875 (il suo testo in vernacolo vignolese si trova alle pp. 302-303).
Nel paese natale, questo infaticabile e benemerito personaggio è ricordato con una via e con una lapide inaugurata nel 1897 (oggi figura al primo piano della Residenza Municipale di Vignola, ma un tempo si trovava nella Biblioteca Comunale del paese).



IMMAGINI


Torre Nonantolana della rocca. Sulla sua sommità, aveva sede il Gabinetto Meteorologico
del quale don Rodolfi fu per diversi anni osservatore.



Porzione del borgo di Vignola vista dalla località attualmente denominata Formica (un tempo, essa faceva parte del poco più ampio territorio Zenzano, che fino al 1859 costituiva una frazione del Comune di Vignola e che in seguito diventò frazione del Comune di Savignano sul Panaro) in un dipinto anonimo risalente con ogni probabilità al periodo centrale del XIX secolo, dunque all’epoca della prima maturità di don Rodolfi; collezione privata. La presente riproduzione fotografica dell’opera è tratta dall’immagine contenuta in una pagina pieghevole (fuori testo) del libro Cento anni di vita e di attività della Cassa di Risparmio di Vignola 1874-1974. Antiche istituzioni bancarie nella storiografia vignolese, Vignola (MO), s.n. [Bologna, Arti Grafiche Tamari], 1974.


Frontespizio di I parlari italiani in Certaldo alla festa del V centenario di messer Giovanni Boccacci [sic].
Omaggio di Giovanni Papanti, In Livorno, Coi tipi di Francesco Vigo, 1875. Fonte: google.com


I parlari italiani in Certaldo […], cit., p. 302: prime righe del testo della riscrittura in dialetto vignolese
vergata da don Rodolfi della Novella IX della Giornata I del Decameron.


I parlari italiani in Certaldo […], cit., p. 303: parte rimanente del testo della riscrittura in dialetto vignolese
vergata da don Rodolfi della Novella IX della Giornata I del Decameron.


Frontespizio dell’opuscolo intitolato Solenne Commemorazione di D. Giovanni Rodolfi di Vignola
(Vignola, Tipografia di Antonio Monti, 1897). Si tratta di una pubblicazione che riporta il testo
del discorso pronunciato da Alessandro Plessi il 3 ottobre 1897 nella Sala dei Tronchi d’Albero della rocca
(al tempo, sede della Biblioteca Comunale di Vignola), in occasione
dell’inaugurazione della lapide in ricordo di don Rodolfi (vedi qui sotto).


Lapide (in marmo di Carrara) destinata a ricordare don Rodolfi e la sua attività a favore dei concittadini.
Inizialmente collocata nella sede originaria della Biblioteca Comunale di Vignola,
ossia nella Sala dei Tronchi d’Albero della locale rocca, questa lapide oggigiorno risulta affissa
al primo piano della Villa Tosi Bellucci (edificio che dal 1916 è la Residenza Municipale di Vignola).


Lapide in ricordo di don Rodolfi murata nell’area del cimitero di Vignola riservata agli uomini consacrati.


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