ALDO SANTI, ingegnere edile ed enigmografo, nacque a Campiglio di Vignola il 14 dicembre 1881.
Figlio di Luigi (1851-1917) e Celestina De Luca (1859-1939), questo personaggio era membro della più facoltosa famiglia campigliese. Una volta laureatosi in Ingegneria Industriale al Politecnico di Torino (1907), Santi tornò a Vignola, dove fu votato consigliere comunale e subito dopo ricevette la nomina ad assessore (1908-1909); nel medesimo tempo, egli insegnò Topografia al Regio Istituto Tecnico di Modena, e contrasse matrimonio, rimanendo però vedovo da lì a poco (1911). Nel 1914 il Nostro venne di nuovo eletto consigliere comunale e immediatamente designato assessore, una carica che esercitò fino all’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, allorché fu sospesa l’attività politico-amministrativa. Nel corso del conflitto, il Vignolese combatté al fronte con il grado di tenente di artiglieria. Nel maggio 1919 egli riassunse le funzioni e le prerogative di assessore, che conservò fino al gennaio 1920. Intanto, nel 1919, Santi aveva sposato Margherita Zagnoli (1888-1974), dalla quale ebbe cinque figli, quattro dei quali gli premorirono. In questo periodo, il nostro personaggio cominciò a esercitare l’ufficio di regio ispettore onorario ai monumenti per i Mandamenti di Vignola, Guiglia e Zocca (nel secondo dopoguerra, ebbe la carica di ispettore onorario ai monumenti per i Comuni di Guiglia, Montese, Vignola e Zocca).
Santi era dotato di una personalità poliedrica che gli consentì di farsi conoscere non solo come valente ingegnere edile, la sua primaria occupazione (svolta al principio nello studio professionale che aveva aperto a Modena e che arrivò a possedere una sede distaccata a Vignola, e poi esclusivamente in quest’ultima cittadina, dove egli ricoprì a lungo la carica di ingegnere comunale), ma anche come agronomo (possedeva il titolo di perito agronomo), poeta, scrittore, bibliofilo, pittore, attore (nella Filodrammatica del paese natale), enigmografo ecc.
Fu in particolar modo sotto le spoglie di enigmografo che il nostro personaggio ottenne una grande fama a livello italiano; inventivo e innovatore quale pochi altri in quel campo, egli è tuttora considerato unanimemente uno dei padri dell’enigmistica moderna. In tale ambito, Santi utilizzò gli pseudonimi di «Il Duca Borso», «Soldatina» (i due più usati), «Anteo», «Don Salati», «Il Minotauro», «Indian», «Pi Greco», «Sandron», «Teseo» e «Vineolensis»; fondò e diresse le riviste «Il Filo d’Arianna» (1911-1912) e «L’Arte Enigmistica» (1931-1936); pubblicò – fra l’altro – importanti raccolte di indovinelli (1945-1946 e 1963), una monumentale Bibliografia della Enigmistica (Firenze, Sansoni Antiquariato, 1952) e un autorevole Dizionario pseudonimico degli Enigmografi Italiani (Modena, Edizioni della Felce, 1956); su invito di Giovanni Gentile (1875-1944), direttore scientifico dell’ambiziosa quanto immane impresa culturale e editoriale dell’Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti (Roma, Istituto G. Treccani), per essa stilò diverse voci che uscirono dal 1929 al 1936, inclusa la capitale Enimmistica (1932); curò rubriche enigmistiche nei giornali «La Settimana Modenese» e «La Gazzetta dell’Emilia»; partecipò da protagonista a convegni e raduni locali e nazionali di enigmisti.
Nel 1925 il nostro personaggio vendette alla Treccani una collezione di opere enciclopediche e lessicografiche (all’incirca 2000 volumi) che costituì la base della Biblioteca dell’Istituto. Dal 1931 al 1936, egli figurò tra i membri dell’Associazione Italiana Biblioteche e prese parte al suo Congresso Nazionale del 1932 (tenuto a Modena e a Firenze). Negli anni Cinquanta, fu ispettore bibliografico onorario per Vignola e altri Comuni della Provincia geminiana.
Legatissimo al luogo natale e impegnato fino a tarda età nell’accrescere il bene della sua comunità d’appartenenza, Santi ricoprì cariche di rilievo in seno alla Cassa di Risparmio della cittadina (consigliere dal 1944 al 1945 e sindaco dal 1950 al 1956), e nel 1950 occupò il ruolo di vicepresidente – a fianco dell’amico Ugo Roli (1887-1959) – del Comitato Vignolese per le Onoranze a Lodovico Antonio Muratori (1672-1750) nel Secondo Centenario della Morte.
Il nostro personaggio si spense a Vignola il 29 giugno 1964 (questa è la data presente nella lapide funeraria; Augusta Redorici Roffi [1922-2010], nel suo Le Chiese di Campiglio. Memoria, Vignola, Libreria “dei Contrari”, 2000, p. 204, scrive però 26 giugno 1964). Venne sepolto all’interno del cimitero di Campiglio, nella tomba di famiglia.
Le riviste del passato, «Il labirinto», a. V (2008), fasc. 1, pp. 72-81: 80.
Fonte: Lui-sa, Vignola 1924: sconcio nelle vicinanze del castello, in Giampaolo Grandi (a cura di),
37a festa dei ciliegi in fiore. Vignola dal 25 marzo al 6 maggio 2006. Annuario – 37a edizione – 2006,
pubblicato dal Gruppo Redazionale del Centro Studi di Vignola, Savignano s.P. (MO), Tipolitografia F.G., 2006,
pp. 153-155 (ma a p. 154, integralmente, c’è una pubblicità): 155. Dall’Archivio Luigi Santi.
Augusta Redorici [Roffi] (1922-2010), Tavernelle. Testimonianze e ricordi,
Modena, Lito-Tipografia Paltrinieri, s.d. [ma: 1992], p. 92.
Le Chiese di Campiglio. Memoria, Vignola, Libreria “dei Contrari”, 2000, p. 203.
vol. XIII (Dis-Enn), s.l. [ma: Roma], Treves-Treccani-Tumminelli, Edizioni Istituto G. Treccani, 1932, pp. 991-993: 991.
Firenze, Sansoni Antiquariato, 1952. Fonte: google.com
3000 pseudonimi alfabeticamente disposti coi corrispondenti nomi degli autori,
Modena, Edizioni della Felce, 1956. Fonte: google.com