CELEBRI VIGNOLESI

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GIOVANNI FRANCESCO SOLI MURATORI

(1701-1769)




PROFILO BIOGRAFICO



GIOVANNI FRANCESCO (detto Gianfrancesco o Gian-Francesco) SOLI (poi, SOLI MURATORI), sacerdote, storico, erudito, biografo, bibliotecario e archivista, nacque a Vignola il 10 settembre 1701.
Figlio dei vignolesi Domenico Soli e Domenica Muratori, sorella dell’insigne Lodovico Antonio (1672-1750), il nostro personaggio seguì le orme di quest’ultimo, al quale fu sempre legatissimo, e intraprese la vita religiosa. Consacrato nel 1724 e laureatosi in Teologia e in utroque iure, egli subentrò nella prevostura di Santa Maria della Pomposa, parrocchia di Modena, all’illustre zio (1733), che tuttavia lo affiancò in qualità di coadiutore fino alla morte; nella medesima città, capitale estense, prese poi il posto del famoso parente, ormai anziano e debilitato, come archivista ducale (1749). Pochi giorni dopo la scomparsa di quest’ultimo, Giovanni Francesco e il fratello Antonio Fortunato chiesero – per sé e per i discendenti di Antonio Fortunato – di poter aggiungere al cognome della propria famiglia quello di Lodovico Antonio, con lo scopo sia di mostrare la riconoscenza dei nipoti sia di perpetuarlo a onore del grande storico ed erudito; furono tempestivamente accontentati con un chirografo ducale del 3 febbraio 1750. Da allora, il nostro personaggio cominciò a firmarsi e a essere universalmente noto con il doppio cognome.
Votato per il resto della vita a conservare la memoria e a diffondere l’opera del celeberrimo parente, il sacerdote vignolese non mancò di prodigarsi per portare a termine il lavoro di traduzione, dal latino all’italiano, delle monumentali Antiquitates Italicae Medii Aevi (6 tt., 1738-1742) dello zio, che era spirato poco prima di riuscire a completarlo: videro così la luce, nel 1751, i tre tomi delle Dissertazioni sopra le antichità italiane.
Assiduo negli studi storici ed eruditi, Soli Muratori fu ascritto ad alcune importanti Accademie e assemblee letterarie e scientifiche italiane. Scambiò lettere con almeno quattrocento persone di cultura.
Autore di diverse pubblicazioni, nel 1756 egli diede alle stampe la sua opera più conosciuta, cioè la fondamentale Vita del Proposto Lodovico Antonio Muratori, che giunse ben presto a contare parecchie edizioni. Per comporla, si affidò ai propri ricordi e trasse molte informazioni dalla preziosa autobiografia redatta di mano dello stesso Muratori e intitolata Memorie per la vita di Lodovico Antonio Muratori (tale manoscritto era al tempo custodito da Soli Muratori e ora si trova nella Biblioteca Estense Universitaria di Modena, Archivio Muratoriano, filza 45, fascicolo 1 F).
Lasciò inediti numerosi lavori: ne sono conservati i manoscritti presso la Biblioteca Estense Universitaria (tra di essi, spicca particolarmente una Storia di Modena che ripercorre le vicende cittadine dalle origini al 1742).
Soli Muratori si spense a Modena il 29 settembre 1769. Secondo le sue volontà, egli venne sepolto alla Pomposa (come già accaduto per l’amato zio); i resti andarono dispersi nel 1774, quando la parrocchia fu soppressa e il tempio sconsacrato, spogliato e adibito a magazzino (tuttavia, dopo molteplici traversie, nel 1814 si arrivò alla riconsacrazione e alla riapertura al culto della chiesa).




IMMAGINI


Il primo dei tre tomi delle Dissertazioni sopra le antichità italiane
(In Milano [recte: Venezia], A spese di Giambatista Pasquali, 1751) di Muratori, a cura del nipote. Fonte: google.com




Frontespizio della prima edizione di Vita del Proposto Lodovico Antonio Muratori (1756),
il capolavoro di Soli Muratori. Fonte: collezione privata.




Manoscritto autografo della lettera di Soli Muratori datata da Modena il 26 agosto 1768 e indirizzata al sacerdote e letterato di Argenta (FE) Francesco Leopoldo Bertoldi (1737-1824), all’epoca «segretario del Pubblico» (ossia segretario comunale) di quella località. Questo manoscritto è conservato presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena, e fa parte della Raccolta Campori, Autografoteca Campori, Lettera S, Soli Muratori, Gian Francesco, c. 3. Una sua riproduzione è disponibile sul web, nell’Estense Digital Library: vedi qui.





Facciata di Santa Maria della Pomposa.




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