CELEBRI VIGNOLESI

Indice dei nomi



UGO ROLI

(1887-1959)




PROFILO BIOGRAFICO



UGO ROLI, educatore, scrittore, poeta, studioso di storia (anche locale), avvocato, funzionario pubblico ed enigmografo, nacque a Vignola il 23 febbraio 1887.
Dai suoi genitori, Antonio Roli (1846-1923) e Beatrice – detta Bice – Corradi (1855-1933), entrambi maestri elementari molto conosciuti e stimati nella comunità vignolese, questo personaggio ereditò l’interesse per il mondo dell’insegnamento. Frequentato il Regio Ginnasio “L.A. Muratori” di Modena, egli fu poi allievo della Regia Scuola Normale Maschile di Forlimpopoli (ora in Provincia di Forlì-Cesena), all’epoca diretta da Valfredo Carducci (1839-1919), fratello del celeberrimo Giosuè (1835-1907). Presso l’istituto romagnolo, ove aveva studiato e si era diplomato maestro elementare nel 1901 Benito Mussolini (1883-1945), Roli ottenne la medesima abilitazione alla docenza nel 1906. Due anni dopo, il Nostro seguì corsi di perfezionamento all’Università di Bologna e alla Scuola Samaritana Bolognese dell’Università Popolare “G. Garibaldi”, iniziando nel frattempo una carriera lavorativa come maestro, la quale si dipanò tra Emilia e Toscana.
Nel 1916 Roli prese la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Modena e poi partecipò alla Prima Guerra Mondiale in qualità di ufficiale di Stato Maggiore, facendo numerose esperienze in prima linea. Nel corso del conflitto, egli vergò interessanti missive (che furono edite, in forma dattiloscritta e sotto il titolo di Lettere di guerra 1916-17 1918, nel 1933) e venne decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare, con la Croce di Guerra al Valor Militare e con tre Croci al Merito di Guerra.
Dopo la Vittoria, Roli rientrò nella sua terra d’origine e, lasciata la carriera di maestro elementare, esercitò brillantemente per molti anni la professione d’avvocato nel paese natale e a Modena.
Nel 1919 il nostro personaggio figurò tra i fondatori e fu il primo presidente del Circolo Amicizia di Vignola, un’aggregazione ricreativa che ebbe sede per quasi cinque lustri all’interno di quello che all’epoca veniva denominato Palazzo Boncompagni (o – a essere più esatti – Palazzo Boncompagni Ludovisi, edificio oggigiorno noto – alternativamente – come Palazzo Contrari Boncompagni oppure come – con espressione impropria – Palazzo Barozzi), cessando poi l’attività fino al 1958 e risorgendo infine con lo stesso nome, ma in uno stabile di Via Agostino Paradisi.
Nel 1920 Roli sposò Virginia – detta Gina – Bellei (1891-1980), dalla quale ebbe due figli, Antonio e Laura. L’anno successivo, dal 25 ottobre al 9 novembre, egli fu commissario prefettizio nel paese natale. Al 1924 data il suo superamento degli esami di idoneità al notariato.
Il nostro personaggio godette di una certa fama a livello nazionale sia come enigmografo (con lo pseudonimo di «Fiordaliso») sia come autore di libri di carattere pedagogico e didattico destinati agli alunni delle Scuole Elementari.
Durante la vita, nel suo paese natale e anche al di fuori di esso, Roli venne apprezzato soprattutto quale solerte cultore di memorie patrie e attento studioso di storia locale; nel 1950 fu vicepresidente, a fianco dell’amico Aldo Santi (1881-1964), del Comitato Vignolese per le Onoranze a Lodovico Antonio Muratori (1672-1750) nel Secondo Centenario della Morte. Attualmente, non solo nella terra d’origine, egli è ricordato in special modo per pubblicazioni poetiche spesso di alta sensibilità e di indubbio estro, fra le quali primeggiano due raccolte di versi, Faléster (1936, in dialetto modenese) e Faléster dl’Inféren (1951, in italiano e in dialetto); «Faléster», in vernacolo, sta per l’italiano “faville”.
Roli abitò a lungo in una porzione della vignolese Villa Braglia (al cui splendido parco dedicò la lirica Al me giardein). Morì il 25 giugno 1959 nel paese natale, il cui cimitero accoglie tuttora i suoi resti.
Il Gruppo di Documentazione “Mezaluna - Mario Menabue” di Vignola e i discendenti del nostro personaggio, in collaborazione con la Fondazione di Vignola e il Circolo Paradisi (sorto nel 2006 dall’unione del già menzionato Circolo Amicizia con un altro ente sociale vignolese, il Club Jacopo Barozzi, istituito nel 1975 con scopi ricreativi e artistico-culturali), hanno allestito una mostra monografica dal titolo Ugo Roli da Vignola, tenutasi nelle Sale della Meridiana della rocca cittadina dal 7 al 15 ottobre 2017.




IL RACCONTO IL CASTELLO DI VIGNOLA


Nella seconda metà degli anni Dieci e nel decennio seguente, Roli si fece un certo nome quale autore di pubblicazioni di genere pedagogico e didattico destinate agli alunni delle Scuole Elementari del Regno d’Italia e stampate da un giovane editore quasi alle prime armi, ma di luminoso avvenire: Arnoldo Mondadori (1889-1971). Ecco i dati bibliografici completi di uno di questi volumi: Ugo Roli, Speranze d’Italia. Libro di lettura per la terza classe elementare maschile e femminile, Ostiglia (MN), Editrice “La Scolastica” di A. Mondadori & C., s.d. [ma: 1917 o anni immediatamente successivi; il 1917 compare nella dedica/epigrafe]. Occorre segnalare che, nella prima di copertina, l’intitolazione stampigliata è parzialmente diversa: Speranze d’Italia. Nuovissimo corso di letture per le scuole elementari. All’interno di tale pubblicazione, e precisamente alle pp. 61-73, compare il testo di Il castello di Vignola, un racconto originale di Roli che qui proponiamo ai lettori in trascrizione. Gli elementi sparsi nella vicenda narrata portano alla conclusione che questo racconto sia ambientato nel mese di luglio di un anno compreso tra il 1906 (o, con molte meno probabilità, il 1905) e il 1913. In quel periodo, la Biblioteca Comunale di Vignola aveva sede all’interno della rocca, nella Sala dei Tronchi d’Albero collocata al piano nobile, e rimase a lungo praticamente del tutto chiusa al pubblico; lo stesso Roli fu in prima linea per tenerla aperta il più possibile e con una certa continuità. In questo racconto, il narratore si prende una qualche libertà nel descrivere gli interni della rocca (nel testo, peraltro, viene impiegato senza eccezione il termine «castello», tuttora popolarmente più comune a Vignola, seppure meno corretto) e gli capita di dar credito a mere leggende tramandate da generazioni per via orale in paese. La trascrizione è stata eseguita da Piero Venturelli. Nel passaggio dal testo a stampa al testo qui offerto ai lettori, si è preferito ridurre al minimo il numero e l’entità delle modifiche, a costo di lasciare inalterate o non segnalate alcune imprecisioni e qualche vera e propria inesattezza (compresa la forma, da sempre diffusissima anche se erronea, «Ludovico Antonio Muratori» anziché «Lodovico Antonio Muratori»). In particolare, ci si è quasi solo limitati a normalizzare alle consuetudini odierne gli accenti, a uniformare ove necessario l’uso delle iniziali maiuscole ovvero minuscole (per esempio, nell’intitolazione si è tolta la maiuscola da «Castello», in quanto nel testo dappertutto è possibile riscontrare la minuscola) e a intervenire saltuariamente sulla punteggiatura.


IL CASTELLO DI VIGNOLA




IMMAGINI


Ugo Roli, Speranze d’Italia. Libro di lettura per la terza classe elementare maschile e femminile, Ostiglia (MN), Casa Editrice “La Scolastica” di A. Mondadori & C., s.d. [ma: 1917 o anni immediatamente successivi; il 1917 compare nella dedica/epigrafe]. Occorre segnalare che, nella prima di copertina, l'intitolazione stampigliata risulta in parte diversa: Speranze d’Italia. Nuovissimo corso di letture per le scuole elementari.
All’interno di tale pubblicazione, e precisamente alle pp. 61-73, è collocato il testo di Il castello di Vignola, un racconto originale di Roli; ne offriamo qui di seguito l'incipit.
L'esemplare del volume da cui sono tratte le due immagini fa parte di una collezione privata.





Fotografia che ritrae Roli nella primissima maturità. Fonte google.com



Prima di copertina di Ugo Roli (Fiordaliso), Faléster. Poesie dialettali modenesi, prefazione del gr. uff. on. Fausto Bianchi,
Modena, Dante Cavallotti, 1936; le xilografie sono di Benito Boccolari. Fonte: google.com



Prima di copertina di Ugo Roli (Fiordaliso), Faléster dl’Inféren (immagini dantesche nella fantasia popolare). Poesie in dialetto modenese, presentazione di Filippo Fichera, Modena, Dante Cavallotti, 1951; la prima di copertina e i disegni sono di Mario Molinari, mentre l’autore delle xilografie è Benito Boccolari. A dispetto della dicitura inclusa nell’intitolazione qui riprodotta (abbiamo tratto i dati dal frontespizio, dove – fra l’altro – si preferisce la forma «dl’Inféren» alla forma «d’l’Inféren» della prima di copertina), l’opera contiene anche versi in italiano.
L’esemplare di cui ci siamo serviti proviene da una collezione privata.




Locandina ufficiale della mostra vignolese su Roli (ottobre 2017). Fonte: google.com



Tomba di Roli e di alcuni familiari nel cimitero di Vignola.



Particolare della tomba di Roli.




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