CELEBRI VIGNOLESI


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SETTEMBRE




10 settembre 1701: nacque a Vignola GIOVANNI FRANCESCO (detto Gianfrancesco o Gian-Francesco) SOLI, sacerdote, storico, erudito, biografo, bibliotecario e archivista. Alla morte di Lodovico Antonio Muratori (1672-1750), fratello della madre, egli chiese e ottenne di poter aggiungere il suo cognome a quello della propria famiglia: diventò così, a tutti gli effetti, GIOVANNI FRANCESCO SOLI MURATORI, e ancor oggi è universalmente noto con il doppio cognome.

Sacerdote e dottore in teologia e in utroque iure, Giovanni Francesco Soli succedette all’insigne parente nel beneficio parrocchiale di Santa Maria della Pomposa, a Modena. Si dedicò con profitto anche agli studi storici ed eruditi, che gli procurarono un altro impiego, precedentemente occupato da Lodovico Antonio Muratori, e cioè quello di archivista ducale estense.
Fu socio di importanti Accademie e assemblee letterarie e scientifiche italiane, e intrattenne rapporti epistolari con numerosissimi uomini di cultura.
Tra le sue opere, va segnalata almeno l’importante biografia dell’illustre zio: Vita del Proposto Lodovico Antonio Muratori (1756).
Morì a Modena il 29 settembre 1769. Fu inumato in Santa Maria della Pomposa; i suoi resti andarono poi dispersi.


Nell’immagine qui sotto, frontespizio della Vita del Proposto Lodovico Antonio Muratori, l’opera più famosa di Giovanni Francesco Soli Muratori. Fonte: collezione privata






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20 settembre 1634: nacque a Vignola PIETRO (o Pier) ERCOLE BELLOI (o Belloj), politico, diplomatico, letterato, scacchista e – negli ultimi anni di vita – anche sacerdote.

Pietro Ercole Belloi nel 1653 conseguì la laurea in utroque iure all’Università di Bologna e, tornato a Vignola, due anni più tardi si sposò con Maria Giovanna Montacuti 1642-1687), dalla quale ebbe due figlie e il figlio Domenico (1660-1712).
Il nostro personaggio lasciò il paese natale per esercitare la carica di podestà e di commissario in svariate località. Nel 1673 venne iscritto alla cittadinanza felsinea.
Nel 1687, persa la moglie, Belloi decise di entrare nell’abbazia di Santo Spirito al Morrone, situata a Badia di Sulmona, nell’Aquilano. Egli, tuttavia, non concluse il noviziato.
Negli anni Novanta, il Vignolese ricoprì diversi incarichi: fu segretario di membri della nobiltà meneghina; ambasciatore straordinario del re di Spagna Carlo II (1661-1700, in carica dal 1665) al papa Innocenzo XII (1615-1700, sul soglio di Pietro dal 1691); segretario di monsignor Giovanni Antonio Davia (1660-1740), nunzio apostolico a Colonia; precettore di Lodovico Rangoni (m. 1762), figlio di Filippo (m. 1723). Presi gli ordini sacri, il nostro personaggio celebrò la sua prima messa a Spilamberto il 30 agosto 1696, nel giorno di santa Rosa da Lima, protettrice di quella comunità.
Il 14 giugno 1702 la morte colse Belloi mentre si trovava a Doccia (oggi frazione di Savignano sul Panaro), in casa della figlia Giovanna e del marito. La sepoltura ebbe luogo all’interno del primo oratorio vignolese recante l’intitolazione a San Pietro Martire, ossia quello che era collegato all’edificio dell’Ospitale/Ospedale.
Durante la vita, il nostro personaggio godette di una certa fama come cultore delle belle lettere (assai apprezzate dai contemporanei furono in special modo alcune sue raccolte poetiche in latino, di solito firmate «Petrus Hercules de Bellois […] Bononiensis») e ciò gli permise di diventare membro di svariate Accademie della Penisola.
Il Vignolese fu anche uno scacchista di rinomanza nazionale.

Nell’immagine qui sotto, frontespizio di una delle più note pubblicazioni di Belloi, Exuuium Leonis […], raccolta poetica in latino uscita a Ferrara, da Giulio Bulzoni Giglio, nel 1673. Fonte: google.com




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29 settembre 1769: morì a Modena GIOVANNI FRANCESCO (detto Gianfrancesco o Gian-Francesco) SOLI (poi, SOLI MURATORI), sacerdote, storico, erudito, biografo, bibliotecario e archivista. Fu sepolto nella locale chiesa di Santa Maria della Pomposa; i suoi resti andarono poi dispersi.

Giovanni Francesco Soli nacque a Vignola il 10 settembre 1701. Figlio di una sorella di Lodovico Antonio Muratori (1672-1750), alla morte di quest’ultimo egli chiese e ottenne di poter aggiungere il cognome Muratori a quello della propria famiglia.
Sacerdote e dottore in teologia e in utroque iure, il nostro Vignolese succedette all’insigne parente sia come prevosto di Santa Maria della Pomposa a Modena sia come archivista ducale estense.
Dedicatosi con profitto e costanza agli studi storici ed eruditi, nonché a conservare la memoria e a diffondere l’opera dell’illustre zio, questo personaggio venne ammesso a prestigiose istituzioni culturali italiane e fu autore – fra l’altro – della celebre biografia Vita del Proposto Lodovico Antonio Muratori (1756).


Nell’immagine qui sotto, frontespizio del primo dei tre tomi delle Dissertazioni sopra le antichità italiane (1751), la versione dal latino delle Antiquitates Italicae Medii Aevi (6 tt., 1738-1742) di Muratori, che era morto poco prima di riuscire a completare la propria traduzione dell’opera. Il nipote Giovanni Francesco Soli Muratori terminò il lavoro e lo diede alle stampe per i tipi veneziani (e non milanesi come si riferisce falsamente) di Giambatista Pasquali. Fonte: google.com





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