CELEBRI VIGNOLESI


Indice dei mesi



MAGGIO




1° maggio 1881: uscì a Bologna il primo numero del quotidiano «Don Chisciotte» (4 pagine).

Questo giornale, divenuto abbastanza presto portavoce dell’Associazione Democratica Bolognese, è tuttora ricordato come uno dei più celebri e pugnaci fogli di idee repubblicane e patriottiche presenti nell’Italia del tempo, e GIUSEPPE BARBANTI BRÒDANO (1853-1931) fu uno dei suoi fondatori – insieme con Luigi Ìllica (1857-1919), il quale ne assunse poi la direzione, e Luigi Lodi (1856-1933) – e uno di coloro che profusero maggiori energie per mantenerlo in vita.
A dettare il programma del quotidiano provvide Giosuè Carducci (1835-1807), amico personale di Barbanti Bròdano. Facevano parte della redazione Quirico Filopanti (1812-1894) e Giuseppe Ceneri (1827-1898).
Oltre a tutti i personaggi citati sopra, tra i collaboratori del foglio – quasi sempre in forma anonima, oppure firmandosi con pseudonimo o iniziali puntate – figuravano Abdon Altobelli (1849-1909), Felice Cavallotti (1842-1898), Olindo Guerrini (1845-1916), Guido Mazzoni (1859-1943), Enrico Panzacchi (1840-1904), Corrado Ricci (1858-1934) e Aurelio Saffi (1819-1890).
Il «Don Chisciotte» cessò con il numero del 7 gennaio 1885.

Nell’immagine qui sotto, la prima pagina del numero inaugurale del «Don Chisciotte».






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6 maggio 1807: nacque a Vignola CARLO GARAVINI, diplomatico, esploratore, avventuriero, commerciante, geografo e armatore.

Lontano parente di Francesco Selmi (1817-1881), Carlo Garavini trascorse l’infanzia a Vignola e lasciò ben presto l’Emilia per esercitare il commercio in alcuni Paesi del Mediterraneo. Imparato l’arabo e diversi dialetti locali, ebbe significative esperienze nei campi del commercio e della diplomazia internazionali (in Algeria, per esempio, fu incaricato d’affari dell’emiro e console degli Stati Uniti d’America), e inoltre compì esplorazioni che gli consentirono non solo di venire a conoscenza di usi e costumi di varie popolazioni dell’Africa settentrionale e del Vicino Oriente, ma anche di rettificare errori commessi dai geografi e di spedire a diversi musei un certo numero di reperti e di crani beduini.
Presa dimora a Napoli, nel 1840 Garavini vi sposò Carolina Sauvé, ragazza appartenente a una ricca famiglia del luogo. In tempi brevi, riuscì a diventare un personaggio in vista nell’alta società della metropoli borbonica: fra l’altro, ricoprì la carica di dirigente delle dogane portuali partenopee e fu proprietario dei vaporetti che collegavano la città e Ischia. Egli risiedeva su quell’isola, e precisamente nella magnifica villa che assunse il suo cognome e che ora è maggiormente nota come Palazzo D’Ambra. Subito dopo l’Unità d’Italia, fu socio a Napoli del Caffè dell’Europa, locale pubblico alla moda.
Nel 1867 Garavini, appassionato d’arte, riuscì a rintracciare e ad acquistare il disperso Autoritratto di Giuseppe Maria Soli (1747-1822), risalente a non prima del 1805, e lo fece giungere alla sorella Luigia (1796-1870), appena rimasta vedova di Giambattista Bellucci (1781-1866), uno degli uomini più stimati e ricchi della Vignola ottocentesca.
Non conosciamo né la data né il luogo della scomparsa del nostro personaggio, ma sicuramente era ancora in vita nel 1879.

Nell’immagine qui sotto, una foto recente del Palazzo D’Ambra (già Villa Garavini), a Ischia.






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8 maggio 1775: morì a Vignola GIUSEPPE ANTONIO – talora semplicemente GiuseppePLESSI, medico, farmacista, erudito, poeta e amministratore locale. Venne tumulato in paese, all’interno della non più esistente chiesa dei Cappuccini.

Giuseppe Antonio Plessi nacque a Vignola il 23 luglio 1710 e si distinse soprattutto come medico e studioso di medicina, ma fu anche abbastanza conosciuto per i suoi versi e le sue ricerche erudite. Fece parte di svariate Accademie italiane e intrattenne rapporti con importanti letterati e scienziati. Fu a lungo sindaco del paese natale, come poi il suo trisnipote Alessandro Plessi (1824-1907), oltre che medico e farmacista del luogo.

Nell’immagine qui sotto, frontespizio di Consulti medici. Con l’aggiunta di alcune lettere del dottor Morando Morando [in realtà: Morando Morandi] […], In Venezia, Presso Giambatista Pasquali, 1759; fu Giuseppe Antonio Plessi a raccogliere questi «consulti medici» di Morando Morandi (1693-1756) e a curarne l’edizione nel presente libro. L’opera contiene una dedicatoria in versi, dal titolo A Sua Eccellenza il signor don Antonio Boncompagni Ludovisi […], scritta da Plessi e collocata alle pp. 3-8 (si segnala che, alle pp. 7-8, alcuni versi e una nota a piè di pagina sono dedicati a Vignola e, soprattutto, ai suoi illustri figli Giacomo Barozzi [1507-1573] e Lodovico Antonio Muratori [1672-1750]). Fonte: google.com





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15 maggio 1448 (calendario giuliano): UGUCCIONE I CONTRARI, altresì noto come Uguccione il Magnifico, militare e politico, morì a Ferrara. Aveva probabilmente sessantanove anni.

Membro di un’antica e potente famiglia nobile ferrarese, uomo colto e raffinato, Uguccione I Contrari fu sino alla morte di Nicolò III d’Este (1383-1441), marchese di Ferrara, suo amico fraterno e collaboratore prezioso. Questi, il 25 gennaio 1401 (calendario giuliano), gli donò il castello di Vignola e le terre del contado: prese così avvio la dominazione della dinastia Contrari su quei luoghi e – in seguito – anche su altri limitrofi. Uguccione I non riuscì a diventare ufficialmente feudatario di Vignola, perché l’investitura vera e propria venne concessa solo il 9 settembre 1453 (calendario giuliano) da Borso d’Este (1413-1471), da tre anni duca di Ferrara, Modena e Reggio, ai figli maschi legittimi dello stesso Uguccione I, vale a dire Nicolò (ante 1442 - 1477) e Ambrogio (1443/1447-1493).
Ai primissimi del Quattrocento, la rocca di Vignola era ancora un fortilizio dotato di una struttura rudimentale in sasso. Da edificio prettamente militare, Uguccione I – soprattutto fra il 1410 e il 1420 circa – la trasformò in elegante dimora signorile, provvista pure di decorazioni parietali interne ed esterne, nonché di veri e propri cicli pittorici. Considerevole risultò l’attenzione da lui tributata alle torri della rocca: la Nonantolana venne rafforzata e resa più alta (tali lavori terminarono intorno al 1404); nel 1416 quella del Pennello fu costruita ex novo e, allo stesso tempo, si procedette a erigere quella delle Donne (quest’ultima, accanto ai resti della Torre Mozza, la più antica del fortilizio medievale).
Il nostro personaggio trascorse gli anni della tarda maturità fra i circoli umanistici ferraresi e Vignola, nella cui rocca esiste tuttora un raccolto spazio conosciuto come “Studiolo di Uguccione I [Contrari]”.

Nella prima immagine sottostante, parete orientale del cosiddetto “Studiolo di Uguccione [I Contrari]”, piccolo ambiente tuttora visitabile al piano nobile della rocca di Vignola; sopra la finestra, si può osservare una Madonna dell’Umiltà, affrescata da un artista anonimo durante la signoria di Uguccione I su Vignola (questa fotografia è di Saad Aldoseri). Nella seconda immagine sottostante, monogramma di Uguccione I presente sulla chiave di volta del suo “studiolo”; tale monogramma, purtroppo non distinguibile con facilità per il trascorrere dei secoli, è qui preso obliquamente: se visto da sinistra, si scorge la lettera iniziale del nome Uguccione; se visto da destra, si scorge la lettera iniziale del nome Niccolò, il marchese di Ferrara al quale Uguccione era legatissimo e che gli aveva donato il castello e il territorio di Vignola.










28 maggio 1885: nacque a Vignola LUIGI BONDIOLI, architetto, scultore e pittore.

Diplomatosi in Scultura e in Architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel corso della sua carriera artistica Luigi Bondioli divenne un apprezzato scultore e architetto, mentre meno fortuna ebbe in quello della pittura.
Molto legato alla terra d’origine, questo personaggio fu uno dei promotori delle celebrazioni per il Quarto Centenario Barozziano (1907). A Vignola, inoltre, contribuì a fondare l’importante Scuola Bottega Artigiana (1928), presso la quale tenne un corso di disegno applicato all’arte, e insegnò presso la Scuola d’Avviamento al Lavoro, di cui fu anche direttore. Nel paese natale, infine, non mancò di operare sia come architetto sia come scultore: suoi – per esempio – sono il Monumento ai Caduti (1922-1923), dedicato ai 109 Caduti vignolesi nella Prima Guerra Mondiale e dal 1949 collocato nell’aiuola centrale del giardino della Villa Tosi Bellucci (dal 1916, Residenza Municipale), e il progetto (nonché alcune decorazioni esterne) del Teatro Nuovo del Viale Umberto I (oggi Viale Giuseppe Mazzini), edificio che venne inaugurato nel 1923 e che prese poi le denominazioni successive di Cinema Teatro Impero e Cinema Bagnoli (da oltre un quarto di secolo, l’immobile vanta altre destinazioni d’uso).
Bondioli morì a Vignola il 21 gennaio 1957. La sua tomba si trova nel locale cimitero.

Nell’immagine qui sotto, il Monumento ai Caduti eseguito da Luigi Bondioli. Fotografia scattata alcuni giorni dopo la ripulitura avvenuta nell’ottobre 2021.






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