CELEBRI VIGNOLESI


Indice dei mesi



DICEMBRE




Dicembre 1861: pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d’Italia, FRANCESCO SELMI (1817-1881) – famoso chimico, inventore, divulgatore culturale e scientifico, patriota, alto funzionario pubblico, biografo, narratore, studioso di Dante e dei primi secoli della lingua italiana, nonché profondo conoscitore tanto della storia della natia Vignola quanto delle figure dei suoi figli più illustri – fece uscire un articolo, intitolato La lingua nazionale nell’Italia nuova, nella «Rivista Contemporanea», celebre periodico torinese di cultura e varia umanità al quale egli aveva già collaborato più volte. Qui sotto proponiamo ai nostri lettori un brano tratto da quel testo, e per la precisione dalla lettera dedicatoria a Luigi Carlo Farini (1812-1866):

Può qualcuno, o di spiriti pregiudicati, o di coltura ristretta ad un dato ramo, per mancanza di vista più profonda, reputare solo opportuno ad Italia le strade da aprirsi, i commercii da risvegliare, gli opificii da moltiplicare; ma chi si allevò in più ampia cognizione delle cose nostre, e cercò i tempi di nostra grandezza, ed investigò l’indole dell’Italiano, non crede in buona fede che la sola prosperità materiale sia giovevole al pieno rifiorimento della penisola, né contentare le generazioni vegnenti. L’Italiano è fatto tale che ha uopo di alto levarsi; né per nulla ricevette per eloquio suo, la favella degli Dei, né il privilegio di primeggiare per via delle gentili discipline. La sola materia lo stanca ed invilisce; né mai potrebbe dimenticare che procede dal ceppo d’onde Redi, Galileo, da Vinci, l’Alberti, il Vallisnieri[,] il Manfredi, il Volta, il Mascheroni, cioè tutti i nostri sommi delle scienze naturali e matematiche, i quali accoppiarono alla cognizione di esse quella eziandio delle lettere, sì da essere scrittori forbiti ed eleganti. Sento vantare da parecchi gli Americani settentrionali, e proposti a modello; ma non coglierebbero più giusto se ci offrissero ad esemplari quei padri nostri che sono non solo fiaccola a noi, ma all’intero mondo civile?

Nelle immagini sottostanti, il testo integrale della summenzionata lettera dedicatoria di Selmi a Farini.







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2 dicembre 1876: morì a Vignola LUCA ANTONIO – talvolta chiamato semplicemente LucaTOSI, medico, amministratore locale, letterato, studioso e patriota. Fu inumato nell’antico camposanto comunale (quello “napoleonico”); quasi un quarto di secolo dopo, le sue spoglie vennero traslate nella cappella Tosi Bellucci del nuovo cimitero cittadino, quello tuttora in uso.

Luca Antonio Tosi nacque a Vignola il 27 (o 28) ottobre 1811 in un’importante e facoltosa famiglia molto stimata nel Modenese. Egli mostrò subito una fortissima avversione nei confronti del regime austroestense e non esitò a offrire il suo robusto contributo finalizzato a formare il Regno d’Italia e a “fare gli Italiani”.
Assai legato alla comunità d’origine, il nostro personaggio s’impegnò sempre per garantirne il benessere da ogni punto di vista, trovandosi così a collaborare con altre illuminate figure come Francesco Selmi (1817-1881), Alessandro Plessi (1824-1907) e Giovanni Rodolfi (1828-1896).
Medico di professione, Tosi ricoprì pure diverse cariche politico-amministrative di primo piano nel suo paese natale e fu autore sia di pubblicazioni di carattere medico sia di una Storia cronologica di Vignola ad uso delle scuole (1872).

Nell’immagine qui sotto, lapide funeraria di Luca Antonio Tosi, cappella Tosi Bellucci, cimitero di Vignola.






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7 dicembre 1880: nacque a Vignola MARIO PELLEGRINI, alto ufficiale della Marina Militare del Regno d’Italia ed eroe di guerra.

Cresciuto a Scandiano (Reggio Emilia), Mario Pellegrini studiò all’Accademia Navale di Livorno (1899-1902) e, dopo aver partecipato con onore alla Guerra Italo-Turca (1911-1912), combatté nel Primo Conflitto Mondiale (1915-1918), dimostrando affidabilità e sprezzo del pericolo (ad esempio, il 14 maggio 1918 egli si rese protagonista dell’audace tentativo di forzamento del porto di Pola), tanto da essere decorato della Croce di Guerra, della Medaglia d’Argento e della Medaglia d’Oro al Valor Militare, e da essere promosso capitano di fregata per merito di guerra. Nel 1925 fu nominato capitano di vascello. Terminò la carriera come ammiraglio di Divisione nella Riserva Navale.
Pellegrini morì a Modena il 2 aprile 1954.

Nell’immagine sottostante, Mario Pellegrini in divisa. Fonte: Massimo Bazzani - Carlo Alberto Cavazzoni - Giampaolo Grandi - Gianluca Sandoni, Amleto e Aristide Degli Esposti eroici aviatori, vignolesi, Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna - Mario Menabue”, Savignano sul Panaro (MO), Tipolitografia F.G., 2010, p. 12.






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10 dicembre 1976: morì a Vignola lo scultore IVO SOLI. Venne inumato nel cimitero cittadino.

Nato a Spilamberto (in località Confine) l’8 luglio 1898 in una famiglia di esigue possibilità economiche, Ivo Soli crebbe nella vicina Vignola, dove fu anche per diverso tempo apprendista di un fabbro maniscalco. Grazie a un sussidio del Comune di Vignola e all’intervento di un munifico privato, egli poté frequentare, a Modena, il Regio Istituto di Belle Arti. Conseguitavi nel 1921 la licenza del corso speciale di Scultura, il nostro personaggio passò a Milano, città che lo vide diventare in poco tempo non solo uno degli scultori italiani più interessanti della nuova generazione, ma pure – all’inizio degli anni Trenta – professore di Plastica e Composizione alla Scuola Superiore degli Artefici presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
L’artista modenese partecipò a innumerevoli mostre, rassegne ed esposizioni allestite nel nostro Paese e all’estero, meritando parecchi premi e riconoscimenti. Sue sculture sono conservate in diverse città italiane (inclusa Vignola).
Soli ebbe anche una carriera di un certo rilievo, sebbene non molto nota, nell’ambito della pittura: di grande qualità, in special modo, risultano i suoi ritratti.
Il nostro personaggio dimorò a Milano per mezzo secolo, ma durante quel periodo fece più volte ritorno a Vignola. In questa cittadina, alla quale rimase sempre legatissimo e dove vivevano parenti e vecchi amici, egli decise di prendere la residenza al principio degli anni Settanta; fino alla morte, continuò a scolpire e modellare nel suo laboratorio di Castelvecchio, in pieno centro storico.

Nell’immagine qui sotto, una delle opere più conosciute di Soli: si tratta del monumento a Carlo Porta (1966), bronzo; Milano, Verziere.





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11 dicembre 1889: nacque a Vignola AMLETO DEGLI ESPOSTI, ufficiale dell’Aeronautica Militare del Regno d’Italia, eroico aviatore durante la Prima Guerra Mondiale e istruttore di volo.

Figlio di Angelo e Marianna Dallai, Amleto Degli Esposti svolse il servizio militare in Fanteria e optò per la carriera da sottufficiale dell’Esercito del Regno d’Italia. Nominato sergente (1911), egli entrò nel Battaglione degli Specialisti del Genio e ne diventò sergente maggiore (1914). Conseguì il brevetto pilota di prima e di seconda classe (1915), svolgendo poi l’ufficio di istruttore principe alla Scuola di Volo della Malpensa (nel Varesotto). Dopo avere istruito e portato al brevetto numerosissimi piloti, venne esaudito nel suo desiderio di partecipare direttamente alla Prima Guerra Mondiale allora in corso. Arrivato al fronte all’inizio del 1917, Degli Esposti fu inquadrato nell’80a Squadriglia Aerea e si distinse ben presto non solo in diverse azioni collettive, ma anche conseguendo tre vittorie individuali, la seconda delle quali gli procurò la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel 1918 venne promosso prima sottotenente e poi tenente. Rimasto militarizzato dopo la fine della guerra, ricoprì – fra l’altro – l’incarico di capo del Corso Istruttori nel campo di aviazione di Ghedi (nel Bresciano).
Affetto da malaria, Degli Esposti morì a Vignola il 27 agosto 1923; fu inumato nel camposanto cittadino. Due anni dopo, grazie a una raccolta di fondi alla quale partecipò anche il Comune di Vignola, venne inaugurato il suo monumento funebre, che è ancora possibile ammirare sul lato destro del viale d’ingresso di quel cimitero.
Il nostro personaggio e Caterina Pelosi (1896-1966), sposatisi nel 1916, ebbero il figlio Aristide (1920-1986), che godette di una certa fama nel campo dell’aviazione militare e civile. Questi, benché sia vissuto quasi sempre lontano da Vignola, decise di farsi seppellire accanto al padre e alla madre.

Nell’immagine, una fotografia che ritrae Amleto Degli Esposti in divisa da sottotenente degli Specialisti del Genio (1918). Fonte: Massimo Bazzani - Carlo Alberto Cavazzoni - Giampaolo Grandi - Gianluca Sandoni, Amleto e Aristide Degli Esposti eroici aviatori, vignolesi, Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna - Mario Menabue”, Savignano sul Panaro (MO), Tipolitografia F.G., 2010, p. 62; dall’Archivio Famiglia Degli Esposti.






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14 dicembre 1881: venne alla luce a Vignola ALDO SANTI, ingegnere edile ed enigmografo.

Aldo Santi, membro della più facoltosa famiglia di Campiglio di Vignola, si laureò in Ingegneria Industriale al Politecnico di Torino e svolse per tutta la vita lavorativa la professione di ingegnere edile (inizialmente a Modena e poi nel paese natale), quantunque abbia sempre coltivato con impegno anche altri ambiti.
A livello nazionale, il nostro personaggio è ancora ricordato come uno dei massimi enigmografi del suo tempo e come uno dei padri dell’enigmistica moderna; utilizzò vari pseudonimi, primi fra tutti quelli di «Il Duca Borso» e «Soldatina». In questo campo, fondò e diresse riviste del settore, curò rubriche enigmistiche all’interno di giornali, pubblicò raccolte di indovinelli, voci di enigmistica nell’Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti dell’Istituto Treccani (anni Trenta), una Bibliografia dell’Enigmistica (1952) e un Dizionario pseudonimico degli Enigmografi Italiani (1956).
Santi fu assessore del Comune di Vignola (1908-1909 e 1914-1920, ma con sospensione dell’attività politico-amministrativa durante la Prima Guerra Mondiale e nei sei mesi che seguirono la Vittoria), e nel 1950 vicepresidente – a fianco dell’amico Ugo Roli (1887-1959) – del Comitato Vignolese per le Onoranze a Lodovico Antonio Muratori (1672-1750) nel Secondo Centenario della Morte.
Il nostro personaggio si spense nella città natale il 29 giugno 1964. Venne sepolto all’interno del cimitero di Campiglio, nella tomba di famiglia.

Nell’immagine qui sotto, Aldo Santi e la seconda moglie Margherita Zagnoli (1888-1974) in una foto tratta dal volume di Augusta Redorici Roffi (1922-2010), Tavernelle, Modena, Lito-Tipografia Paltrinieri, 2006, p. 92.







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